Tu sei qui
Forze di Polizia
L’Osservatorio Suicidi Poliziotti di Cerchio Blu, come ogni anno elabora i dati riguardanti i suicidi degli appartenenti alle Forze di Polizia in Italia.
I periodi di riferimento presi in esame sono:
- Dal 2010 al 2015 completi per ciò che riguarda i dati riconducibili ai corpi di appartenenza.
- Dal 2011 al 2015 completi, per ciò che attiene alle modalità di espletamento del gesto suicida e delle fasce d’età dei poliziotti suicidi.
L’andamento dei suicidi secondo i dati, è stato pressoché costante negli ultimi sei anni.
Il picco massimo in termini assoluti è stato raggiunto dagli appartenenti all’Arma dei Carabinieri nell’anno 2013 (12 casi) e dagli appartenenti alla Polizia di Stato nell’ultimo anno preso in esame (2015: 12 casi) .
Si sono conclusi i lavori del primo confronto di merito della riunione del tavolo tecnico istituito per la revisione dei Ruoli della Polizia di Stato, riunitosi presso il Viminale. La delegazione dell’Amministrazione Presieduta dal Vice Capo Piantedosi, era composta dal Prefetto Mazza delle Risorse Umane, dal Dott. Ianniccari dei Ruoli Tecnici, dal Dott. Bella dell’Ufficio Legislativo e Dott. Ricciardi dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali. Alle OO.SS. è stato consegnata una prima parziale bozza del decreto legislativo, recante "Disposizioni in materia di Revisione dei Ruoli delle Forze di Polizia ai sensi della Legge 124/2015".
Il Silp CGIL chiede chiarimenti alMinistero dell'Interno, sulla corresponsione del bonus di 80,00 euro mensili destinato al personale appartenente ai corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e alle Forze armate, per il dipendente che si trova in congedo per assistenza a persona portatrice di handicap.
La riflessione di alcuni delegati del Cocer Finanza: ""5000 Ispettori in più, 5000 mila laureati triennali in più, che si aggiungeranno agli attuali 23000. 28000 Ispettori, per fare cosa? Con quali funzioni? Con quali prospettive? Con quale inquadramento rispetto al resto del pubblico impiego? Con quale dignità?
Se da un lato si investe sul ruolo come numero di addetti, dall’altro, infatti, se ne declassano le funzioni, se ne appiattisce la carriera e se ne mortifica la dignità, il tutto motivato da necessità ed interessi che non sembrano appartenere alla Guardia di Finanza".
Nella premessa al documento si afferma che: "La disciplina concernente il trattamento economico accessorio ed eventuale del personale del Corpo è rinvenibile in un complesso e stratificato quadro normativo, di rango primario e secondario, al quale si sono aggiunte le disposizioni interne che hanno definito l’indirizzo applicativo dell’Amministrazione. L’insieme delle norme dettate con riferimento alle singole indennità ha spesso ingenerato difficoltà applicative le quali, nel tempo, sono state altresì oggetto di confronto tra le Amministrazioni del Comparto “Sicurezza/Difesa” nonché fonte di contenzioso con i propri appartenenti. È stata, quindi, avvertita l’esigenza di realizzare un’opera organica che potesse rimettere ordine alla materia, dare certezza ai comportamenti, semplificare e snellire l’azione amministrativa".
Sulla sicurezza la legge delega Madia prevede due tipi di interventi. Uno su strutture e funzioni ed un altro, conseguente al primo, sulle carriere.
Il primo, fortemente voluto dal Governo, ha già visto la preliminare approvazione di uno schema di decreto ora all’esame del Parlamento. Il secondo, fortemente voluto dalla Polizia di Stato e dai relativi sindacati, è ancora in fase di discussione a livello di amministrazioni, anche se i lavori si avviano alla conclusione.
Secondo le (reali) intenzioni di chi ha promosso la delega sulle carriere, la stessa doveva preludere all’emanazione di un decreto in grado di soddisfare le storiche rivendicazioni del personale direttivo della Polizia di Stato e, più in generale, di risolvere l’imbarazzante situazione delle carriere della Polizia di Stato. In sostanza, si immaginava (e si propagandava …) il solito progetto “todos cabelleros”.
In un comunicato stampa i delegati della guardia di Finanza, nel salutare il nuovo comandante del Corpo sottolineano come La Guardia di Finanza, al pari delle altre Forze di Polizia e, più in generale, di tutta la Pubblica Amministrazione, sta per affrontare un ulteriore percorso di profonda trasformazione. Una trasformazione - afferma il Cocer - non possa risolversi in un mero esercizio formale, ma richieda una convinta adesione a un visione innovativa, sia sul piano organizzativo sia su quello culturale.
Comunicato congiunto delle sigle sindacali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e dei Cocer delle Forze di polizia ad ordinamento militare che hanno partecipato alla riunione del Forum sicurezza del Partito Democratico indetta dall’On. Emanuele Fiano per esplicitare le posizioni dei rappresentanti del personale sui testi dei decreti attuativi della riforma Madia che, in base alla delega conferita dal Parlamento al Governo, dovrebbero essere emanati entro agosto.
La riforma dei ruoli e delle qualifiche delle Forze dell’Ordine, prevista dal Ddl di riforma della pubblica amministrazione, pare ormai essere in dirittura d’arrivo.
La bozza di decreto è praticamente fatta e anche le coperture finanziare dovrebbero essere disponibili. A contestare le ultime ipotesi di riforma dei ruoli e dei qualifiche sono però i maggiori sindacati della Polizia di Stato. Siulp, Silp-Cgil, Uil-Ps, Ugl-Ps e Siap.
Il Consiglio di Stato con il parere n. 1183 del 12 maggio 2016 ha fornito un sostanziale "via libera" allo schema di decreto legislativo di riassetto delle Forze di Polizia licenziato dal Governo in attuazione della delega Madia ed ora all'esame delle competenti Commissioni Parlamentari per il previsto parere non vincolante.
Tuttavia, le osservazioni espresse risultano molto interessanti ed offrono molti spunti di riflessioni. Da una prima veloce lettura (mi riservo di produrre una più accurata analisi nei prossimi giorni) emergono infatti alcuni aspetti di particolare rilevanza anche per il personale della Guardia di Finanza.
La Guardia di Finanza "non puo' essere usata come terreno di battaglia politica": per questo, il governo "valuti tutte le iniziative che riterra' necessarie per tutelare l'immagine della Guardia di Finanza e di colui che ha indicato per assumerne il comando". Lo scrive il Cocer della Gdf in una lettera al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan dopo gli articoli usciti nei giorni scorsi riguardanti il nuovo comandante generale del Corpo, il generale Giorgio Toschi
In questi giorni, su alcune testate giornalistiche, sono apparsi articoli stampa riportanti le nomine che il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato, con riguardo alle cariche istituzionali nel settore della sicurezza interna, tra cui il Comandante Generale della Guardia di Finanza. Si tratta di importanti strutture dello Stato che assolvono incarichi delicati, per i quali, gli attuali criteri di scelta sono demandanti al Governo in carica. Si è ben consci di non vivere una stagione delle più serene per gli assetti socio-politici interni, in quanto si assiste ad una partita di gioco del “tutti contro tutti”. Non è questa la soluzione per riportare un clima di sereno confronto ed affrontare i reali problemi che affliggono il Paese.
È nell'organizzazione del lavoro e del sistema di turnazione, oltreché naturalmente nella tipologia e nella specificità di alcuni servizi, che vanno cercate le principali cause di stress per il personale della Polizia di stato e, ovviamente, per tutti gli operatori delle Forze dell'ordine. Con conseguenze che possono ripercuotersi sull'efficienza dell'attività di polizia e dunque sulla percezione di sicurezza dei cittadini. A finire sotto accusa, in particolare, è il cosiddetto "turno in quinta", cioè il sistema cadenzato di orari che si sviluppa nell'intero quadrante giornaliero e che prevede un impiego notturno ogni 5 giorni.
È questo uno degli aspetti più interessanti emersi dal convegno nazionale organizzato a Roma il 28 aprile dal Silp-Cgil, dove sono intervenuti anche il Capo della Polizia Alessandro Pansa e la segretaria confederale Cgil Gianna Fracassi.
Si svolgerà a Roma il prossimo 28 aprile, alla presenza del capo della polizia Pansa, il convegno organizzato dal sindacato di polizia Silp. Parteciperanno esperti per discutere dell'inmpatto sul benessere e sulla salute degli operatori delle Forze di polizia e sulla percezione di sicurezza dei cittadini. L'iniziativa si terrà presso l'Auditorium del Centro Congressi" in Via dei Frentani 4 . In allegato locandina e programma .
Da che parte sta andando il mondo fuori dalle nostre caserme? Da che parte deve andare una moderna polizia economico-finanziaria? Come fare per garantire più dignità professionale, più orgoglio e più opportunità ai nostri colleghi? Come possiamo progredire? Alcune riflessioni del delegato cocer GDF, Taccalozzi in merito alla proposta di riordino dele carriere.
Normativa, modalità di applicazione e benefici in una tabella riepilogativa del Ministero dell'Interno.
Il 10 marzo i sindacati di polizia sono stati ricevuti dal Ministro dell' Interno, Angelino Alfano, su sua convocazione. Sul tavolo "il riordino del modello organizzativo della sicurezza e delle carriere di tutti i ruoli e qualifiche; le risorse per il rinnovo contrattuale e per le esigenze dei mezzi e degli strumenti necessari per svolgere il nostro lavoro; l' evoluzione che sta avendo la questione immigrazione; nonché la stabilizzazione strutturale per il 2017 degli 80 euro".
Negli ultimi decenni, il contesto socio-economico è profondamente cambiato e la pubblica amministrazione italiana è chiamata ad adeguarsi. Deve mutare pelle e passare da ammortizzatore sociale, spesa incontrollata, burocrazia ed inefficienza a risorsa per la competitività e la crescita dell’intero sistema Paese.
E’ necessario passare da una P.A. autoreferenziale e autoritaria con al centro l’apparato ad una P.A. orientata verso il risultato con al centro il cittadino-cliente.
Non sarà un processo né facile, né rapido ma è un processo inevitabileche nessun comparto, sicurezza compresa, deve e può eludere.
Dopo l’assorbimento del Corpo Forestale nell'Arma dei carabinieri, si profila una riforma anche per la polizia penitenziaria. Nel testo elaborato dalla Commissione Gratteri nell’ambito dell’istituzione del Corpo di Giustizia dello Stato, si affferma che :"La questione penitenziaria, prepotentemente venuta all’attenzione a causa del problema del sovraffollamento delle carceri, ha trovato in questi anni risposte frammentarie, parziali e insufficienti, espressione della incapacità di affrontare il problema nel quadro unitario delle scelte statali di prevenzione e di repressione affidate al sistema penale.....Il dato di partenza di un’analisi sull’attuale assetto dell’amministrazione penitenziaria è quello di una enorme struttura che conta oltre a molti dirigenti generali, un corpo di polizia, un corpo di direttori, un corpo di appartenenti al servizio sociale, un corpo di educatori, e varie altre professionalità. Una struttura pletorica che comporta altissimi costi per lo Stato e restituisce una azione inefficiente, perché paralizzata, in sede centrale, dall’eccesso di autonomia riconosciuta ai singoli settori, spesso in contrasto tra loro, e, in periferia, dai conflitti interni tra le diverse categorie....".