Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

“Dal 1995 al 2015 al comparto sicurezza sono stati tagliati circa 9 miliardi di euro di risorse mentre, secondo i dati dell’Osservatorio sulle spese militari italiane, le spese destinate alla difesa sono cresciute del 21 per cento in 10 anni, con un appostamento di 23 miliardi di euro previsto per il 2017 e una percentuale di Pil che passa dall’1,2 all’1,4 per cento. Abbiamo F35, carri armati Centauro, elicotteri Mangusta e navi militari sovradimensionati rispetto alle reali esigenze. Di converso, al di là di una parziale inversione di tendenza relativa all’ultimo biennio, i poliziotti e le forze dell’ordine hanno patito tagli e ridimensionamenti straordinari sugli organici, sui mezzi e sulle strutture. Abbiamo bisogno di nuove volanti, nuove divise e nuovo personale, non di nuove navi o aerei da guerra”.

Lo afferma Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.

“Su queste cifre – dice Tissone – sappiamo che esistono delle divergenze, perché le fonti ufficiali parlano di una spesa militare che nell’ultimo decennio sarebbe diminuita e che comunque, in rapporto al Pil, non raggiunge la cifra del 2 per cento richiesta per i paesi Nato. Un dato appare indiscutibile: l’Italia è in coda alle classifiche per quel che riguarda gli investimenti in sicurezza e quei pochi che vengono fatti sono concentrati soprattutto sulla difesa e le spese militari. Una contraddizione evidente per un Paese democratico che ha sconfitto il terrorismo interno grazie alla polizia e dove dal 1981 vige una delle più avanzate leggi al mondo in materia di pubblica sicurezza. Serve una inversione di tendenza. A parità di spese complessive per la sicurezza e la difesa, occorre ridurre gli appostamenti destinati ai militari che oggi sono più del doppio rispetto a quelli previsti per le forze dell’ordine e i vigili del fuoco. Lo si può fare e lo si deve fare”.

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Attualità e Politica