Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Il Comitato europeo dei diritti sociali ha nettamente censurato l’Italia sul reclamo n. 140/2016 presentato dalla CGIL, inerente i diritti sindacali dei Finanzieri. L’organo del Consiglio d’Europa, valutata anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018, ha stabilito che la normativa italiana viola molteplici disposizioni della Carta sociale europea, in particolare: l’articolo 5 (diritti sindacali), l’art. 6.2 (diritto di contrattazione) e, perfino, l’art. 6.4 (diritto di azione collettiva). Nonostante il Governo fosse a conoscenza di tale decisione fin dal febbraio 2019, nulla è stato fatto per conformare all’orientamento europeo le norme di diritto interno ormai del tutto illegittime. Allo stesso tempo, non possiamo sottacere che i neonati sindacati militari vengono ostacolati nella loro attività di tutela dei lavoratori. Alla luce delle indicazioni del CEDS, quindi, diventa urgente un intervento da parte dei Ministri Tria e Trenta, per consentire una piena attività sindacale al personale militare, già a legislazione vigente. Non è più rinviabile un intervento del Governo per modificare immediatamente l’impianto normativo nazionale, in aderenza alle indicazioni di Strasburgo e renderlo coerente ai Trattati europei. Sul fronte parlamentare, di conseguenza, il disegno di legge sui diritti sindacali, rientrato in commissione Difesa, risulta completamente superato e privo di quelle garanzie sociali e della persona sanciti dal Comitato europeo dei diritti sociali Ferme restando le peculiarità delle Forze Armate, a cui comunque non possono essere negati i diritti riconosciuti dalla Costituzione, il CEDS ha stabilito in modo inequivocabile, che non si può impedire al personale della Guardia di Finanza, in quanto forza di polizia, di godere pienamente dei diritti di negoziazione o di federarsi con altre organizzazioni sindacali, sia nazionali che internazionali, né, addirittura, può essere impedito loro il diritto di sciopero. “La restrizione per il personale militare di aderire ad altre organizzazioni sindacali, in una società democratica non è una misura necessaria per la tutela della sicurezza nazionale.”. Così recita uno dei passi salienti della decisione del Comitato Europeo. In carenza d’interventi politico-strutturali sull’iter legislativo in corso, e sulle agibilità sindacali che vanno immediatamente riconosciute agli attuali sindacati militari, non si possono escludere ulteriori azioni, sia in sede nazionale che internazionale, per ottenere il pieno riconoscimento dei diritti fondamentali della persona che il Ceds ha riconosciuto ai finanzieri. A questo punto è innegabile che le Fiamme Gialle non possono essere più considerate un corpo separato dalla società civile. Alla luce di queste importanti novità, il prossimo 18 giugno in Cgil nazionale affronteremo la tematica con il Silf, Siam e Silme, nonché del Presidente di Euromil, due sindacati militari europei (PDFORRA, Irlanda e GENDXXI, Francia), il Prof. Vittorio Angiolini, Luciano Silvestri, Giuseppe Massafra e Maurizio Landini.

 

n allegato omunicato congiunto

Argomento: 
Attualità e Politica