Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

di Gianluca Taccalozzi

 

Mancava solo il “sugello” comunicativo del Presidente Renzi ed ora è arrivato. Dalla busta paga di gennaio 2015, tutti gli addetti del comparto che hanno maturato una promozione, un assegno di funzione, un assegno di omogeneizzazione nel quadriennio 2010-2014 si vedranno finalmente riconoscere il correlato trattamento economico, mentre chi li maturerà dopo il 01.01.2015 non sarà soggetto a nessun congelamento.

Il Governo ha riconosciuto le iniquità prodotte da quello scellerato meccanismo nei confronti del personale del comparto, interne (chi ha pagato tanto e chi nulla) ed esterne (gli altri pubblici dipendenti hanno pagato molto meno). Non a caso la legge di stabilità 2014 aveva già reso strutturale il tetto salariale del resto del pubblico impiego (comma 2bis dell’art. 9 del d.l. n.78/2010).

Per rendere effettiva questa previsione non serve nessuna legge, nessun provvedimento e nessuna copertura finanziaria. Così era scritto nel DEF 2014 presentato ad aprile (sez. II pag. 34) e così è confermato dalla nota di aggiornamento dello scorso 30 settembre (pag. 31 Tabella III.1c Conto della PA a legislazione vigente dove per il 2015 si conferma l’aumento dello 0,1% del costo per redditi da lavoro dipendente.

Qualcuno allora si domanda (lecitamente) perché si continua a fare riferimento alla prossima legge di stabilità ed alle coperture finanziarie? La risposta sta nel “prezzo” che il Governo ha chiesto al comparto per desistere dal reintrodurre il tetto salariale: risparmi e riforme.

Risparmi che erano già stati quantificati in 800 milioni di € per il 2015 e 1,7 miliardi di € per il 2016 dalla spending review di Cottarelli. Risparmi che erano già stati previsti nel DEF 2014 (sez. I pag. 102) e che sono stati confermati dalla nota di aggiornamento (pag. 71). Risparmi che, evidentemente, sono stati già sostanzialmente impegnati ancor prima che dietro ci fosse un concreto progetto per realizzarli. Ecco perché bisogna attendere la legge di stabilità per avere la certezza della mancata reintroduzione del tetto salariale, perché il Governo deve “incassare” quei risparmi (800 milioni) che le amministrazioni hanno trovato e promesso lo scorso 17 settembre per rispondere alla spending review.

Con la prossima legge di stabilità, quindi, il personale del comparto porterà a casa il superamento del tetto salariale ed il Governo incasserà la rata 2015 della spending, ma la partita vera è appena iniziata. Renzi è stato chiarissimo: vi tolgo il tetto, ma costate troppo ! Tradotto: voi (amministrazioni e sindacato) che siete competenti, che avete le chiavi delle amministrazioni, che conoscete esigenze, sovrapposizioni e sprechi; voi che sinora avete solo respinto ogni tentativo di riforma (palude), portatemi progetti seri e finanziariamente sostenibili, altrimenti ve li faccio io (fusioni, accorpamenti, ecc.) e poi non venitemi a dire che sono incompetente.

Abbiamo qualche mese di tempo (ad aprile verrà presentato il nuovo DEF) per definire una riforma e convincere il Governo, noi per difendere le retribuzioni, le amministrazioni per difendere identità e poltrone, il Governo per realizzare risparmi. Tutti per scongiurare il rischio che il Paese si trovi un sistema di sicurezza improvvisato ed inefficiente.

In assenza di proposte, ci penserà qualcun altro, a colpi di accetta.

Gianluca Taccalozzi

Delegato Co.Ce.R. – Guardia di Finanza.

Argomento: 
Attualità e Politica