Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Di CletoIafrate - Una riforma che intenda allinearsi ai migliori standard europei, dovrebbe innanzitutto eliminare le attuali ridondanze e duplicati e prevedere la presenza sul territorio di due sole forze di polizia ad ordinamento civile: una generalista, alla quale affidare il controllo capillare del territorio ed una specialistica, demandata al contrasto della grande criminalità.

Solo in questo modo si riuscirà a trasformare la spesa improduttiva in spesa produttiva. L'obiettivo della riforma dovrebbe essere la razionalizzazione degli impieghi del personale. L’improduttività vera si annida nelle duplicazioni di competenze, nei ridondanti apparati di funzionamento, nella scarsa informatizzazione, nei troppi e inutili livelli di comando e coordinamento, nell’autoreferenzialità, nella scarsa trasparenza, nelle piante organiche progettate (per dimensione e figure) ai tempi in cui le lettere si scrivevano con la macchina da scrivere. È lì che c’è una gran quantità di "grasso che cola" su cui si può e si deve intervenire.

Due sole forze di polizia garantirebbero al cittadino-contribuente un servizio di sicurezza più presente sul territorio e più efficiente.

La razionalizzazione delle forze di polizia

In Italia ci sono ben sei diverse forza di polizia, a cui bisogna aggiungere gli uomini della polizia municipale e quelli delle polizie provinciali.

Il budget che annualmente destiniamo alla sicurezza ammonta a circa 20 miliardi di euro, di cui 18 miliardi vanno sotto la voce "costo del personale". La Germania spende molto meno ed ottiene dei risultati decisamente superiori.

Solo oggi - in tempo di vacche magre - pare che la politica si stia rendendo conto che il nostro modello di sicurezza è poco efficiente e i risultati operativi non sono proporzionati alla spesa.

Le sei forze di polizia sono scarsamente coordinate, ciascuna è incaricata, in autonomia, di occuparsi di tutto e spesso lo fa in competizione con le altre. Le duplicazioni e le sovrapposizioni di competenze di frequente provocano una insana concorrenza, che si traduce nella spasmodica corsa ad apparire sui giornali e in TV. Un tale stato di cose, evidentemente, alimenta una notevole dispersione di risorse.

Queste, in sintesi, sono le ragioni per cui è in discussione in Parlamento un provvedimento sulla "riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", che prevede una serie di interventi tesi alla "razionalizzazione e potenziamento dell’efficacia delle funzioni di polizia anche in funzione di una migliore cooperazione sul territorio al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali".

Si prevede la riorganizzazione di alcuni corpi di polizia e la loro eventuale fusione con altre, in modo da evitare le attuali sovrapposizioni. A tal proposito negli ultimi mesi si sono rincorse diverse voci e sono anche trapelati fantasiosi progetti di accorpamento. Si è ipotizzato di tutto: matrimoni tra cugini (i Carabinieri con la Polizia), lo scioglimento del corpo Forestale; si è parlato anche di accorpare la Guardia di finanza con i Carabinieri.

In teoria, la Guardia di finanza potrebbe essere accorpata con ciascuna delle altre forze di polizia, dal momento che concorre con tutte in tutto. Sul punto tornerò in seguito.

Dinanzi a tutto ciò mi viene spontaneo affermare che l'approccio con le riforme è errato in quanto manca una visione d'insieme. Inoltre mi pare che la politica stia procedendo, in questo campo, animata solo dall’esigenza di dare l'illusione di voler ridurre la spesa, per non perdere i consensi elettorali. Una seria riforma non può prescindere dal fattore umano: gli uomini non devono essere considerati zavorra di cui liberarsi, ma risorse dalle quali partire per innovare il settore. Non ritengo la logica degli accorpamenti e delle fusioni sbagliata, ma è errato l’approccio metodologico. Il legislatore per eliminare duplicazioni e ridondanze deve accorpare gli uomini in relazione alle competenze e alle funzioni svolte, anche per non disperdere le professionalità acquisite che sono il patrimonio più importante di ogni singola amministrazioni.

In quest’ottica, andrebbe esaminato il profilo di ciascuno: chi si è sempre occupato di ordine e sicurezza pubblica, per esempio, non può essere accorpato con chi fa le verifiche fiscali. L’addetto alla tutela dell’ordine pubblico è un soggetto giovane, frequenta le palestre, ha un fisico atletico, pratica lo sport ed è più incline alla letture di giornali tipo la Gazzetta dello Sport. Il verificatore fiscale, invece, frequenta le biblioteche, ha un po' di pancetta e si aggiorna su Il Sole 24 Ore.

Anche se i due giornali sono scritti entrambi su carta rosa, la sostanza delle notizie è completamente diversa. Perfino il significato delle parole cambia se lette su l’uno oppure sull’altro: per esempio, la parola "triangolazione" ha un significato differente a seconda che si legga sulla Gazzetta dello Sport oppure sul Il Sole24Ore.

Da questo punto di vista mi pare poco praticabile la scelta di accorpare alla Guardia di finanza altri apparati della pubblica amministrazione che non si sono mai occupati di evasione fiscale. Al di là delle problematiche afferenti l’armonizzazione delle qualifiche connesse ai due diversi profili professionali, potrebbero insorgere anche delle difficoltà pratiche legate all’esecuzione degli ordini che attengono ai nuovi incarichi.

Battute a parte, una riforma che intenda allinearsi ai migliori standard europei, dovrebbe innanzitutto eliminare le attuali ridondanze e duplicati e prevedere la presenza sul territorio di due sole forze di polizia ad ordinamento civile: una generalista, alla quale affidare il controllo capillare del territorio ed una specialistica, demandata al contrasto della grande criminalità.

Solo in questo modo si riuscirà a trasformare la spesa improduttiva in spesa produttiva. L'obiettivo della riforma dovrebbe essere la razionalizzazione degli impieghi del personale. L’improduttività vera si annida nelle duplicazioni di competenze, nei ridondanti apparati di funzionamento, nella scarsa informatizzazione, nei troppi e inutili livelli di comando e coordinamento, nell’autoreferenzialità, nella scarsa trasparenza, nelle piante organiche progettate (per dimensione e figure) ai tempi in cui le lettere si scrivevano con la macchina da scrivere. È lì che c’è una gran quantità di "grasso che cola" su cui si può e si deve intervenire.

Due sole forze di polizia garantirebbero al cittadino-contribuente un servizio di sicurezza più presente sul territorio e più efficiente.

In Germania le forze di polizia sono, costituzionalmente, sotto l'esclusiva ed unica responsabilità degli stati federali (Länder) tedeschi. Non esiste quindi un unico corpo di polizia nazionale. Tuttavia, vi sono tre agenzie di polizia che operano a livello federale: laBundespolizei che si occupa del controllo delle frontiere, la Bundeskriminalamt (Polizia criminale) e, per ultimo, vi è la Bundestagspolizei, la più piccola e meno cosciuta delle polizie federali tedesche, che si occupa della protezione del Bundestag (Parlamento) a Berlino.

In Francia i compiti di polizia sono svolti dalla Police Nationale, che ha giurisdizione primaria nelle città e nei grandi paesi, e dalla Gendarmerie Nationale, che ha giurisdizione nei piccoli centri abitati, centri rurali e di confine.

In Spagna esistono il Cuerpo Nacional de Policía e la Guardia Civil; nelle regione autonome invece operano l’Ertzaintza (Paesi Baschi) ed i Mossos d'Esquadra(Catalogna, ma dal 2005 hanno piene competenze nella città di Barcellona).

Le forze di polizia del Regno Unito (Constabulary) sono divise in diversi corpi in Inghilterra, Scozia, Galles e Nord Irlanda. A parte le polizie di settore e quelle militari, i corpi di polizia sono divisi in “territoriali” ed “Agenzie nazionali”. Per quanto riguarda le polizie territoriali, in Inghilterra vi è un corpo per ciascuna delle Contee. L'Ispettorato di Sua Maestà delle forze di polizia per l'Inghilterra e il Galles (HMIC) ha la responsabilità legale delle diverse forze di polizia di Inghilterra e Galles. Poi c’è il Metropolitan Police Service, il più grande corpo inglese che è responsabile per l'area della "Grande Londra", con l'eccezione della City, che dispone di una sua forza di polizia, la City of London Police.

In Galles vi sono: Dyfed-Powys Police, Gwent Police, North Wales Police e South Wales Police. In Scozia invece la giurisdizione è del Police Scotland, e in Irlanda del Nord del Police Service of Northern Ireland. Tra le agenzie nazionali che hanno compiti di polizia analoghi a quelli degli altri stati europei, c’è il National Crime Agency che si occupa di crimine organizzato.

Le prospettive d’impiego della Guardia di Finanza nel contesto riformistico

Se alla fine, probabilmente, ne rimarranno solo due, la Guardia di finanza riuscirà a conservare la sua identità? Il processo riformistico in corso rappresenta un rischio oppure un'opportunità per il Corpo?

Prima di rispondere a queste domande è opportuno spendere qualche parola sul concetto di identità.

L'identità del Corpo è in continua evoluzione: un tempo i finanzieri erano "vedette insonni del confine, le più avanzate e le più sole", ma con l'abbattimento delle frontiere hanno trovato una ricollocazione nel D.Lgs n. 68 del 2001, che ha ridisegnato il ruolo della Guardia di Finanza adeguandolo alle nuove sfide che l’Europa ci impone. Il legislatore ha affidato al Corpo delicati compiti per la salvaguardia della legalità economico finanziaria; ha stabilito che la Guardia di finanza è una moderna Forza di polizia ad ordinamento militare impegnata, insieme all’Agenzia delle Entrate, pressoché esclusivamente nel settore economico finanziario a tutela dell’economia e della finanza pubblica (nazionale, dell’Unione Europea e degli enti locali).

I finanzieri, insieme ai funzionari dell'Agenzia delle Entrate, in sostanza, si occupano di contrastare le tre "e": evasione, elusione ed erosione.

Entrambi, pertanto, per adempiere con autorevolezza ai compiti loro assegnati devono detenere una elevata preparazione tecnico-professionalità. Anzi, quella dei finanzieri dovrebbe essere ancora più elevata in quanto, oltre alle qualifiche afferenti l’attività di polizia tributaria, detengono anche quelle connesse ai compiti di polizia giudiziaria. In altre parole, i finanzieri non solo devono "fare le pulci ai commercialisti" - insieme ai cugini dell’Agenzia delle Entrate - ma devono anche parlare la lingua del Procuratore della Repubblica.

E sappiamo quanto sia lungo e arduo l’iter di formazione da seguire per diventare Procuratori o Commercialisti.

L’Agenzia delle Entrate - probabilmente all’interno di un quadro strategico finalizzato al perseguimento dei suoi scopi - sta operando delle chiare scelte di metodo per mostrarsi all’altezza dei suoi compiti; recentemente ha anche ottenuto di poter assumere 1.100 funzionari , già laureati in materie pertinenti all’incarico da ricoprire (per lo più in Economia e in Giurisprudenza). Costoro, al termine di un tirocinio pratico della durata di sei mesi, saranno impiegati esclusivamente nel settore delle verifiche fiscali.

E la Guardia di finanza in quale direzione si sta muovendo per adeguare il suo dispositivo alle sfide che l’attendono o, quantomeno, per uscire indenne dal processo di razionalizzazione in corso?

Prendo spunto dalla risposta fornita qualche mese fa dal Ministro dell'Economia e delle Finanze ad un’interrogazione parlamentare.

Il deputato Albrecht Plangger, nel lamentare la scarsa conoscenza della lingua tedesca dei militari del Corpo impiegati in Alto Adige, ha dichiarato: «Il livello "D" (di conoscenza della lingua tedesca) va bene per il muratore e per l'addetto alla raccolta dei rifiuti, ma non va bene per un ufficiale pubblico, come gli appartenenti alla Guardia di finanza, che tratta gente importantissima» (interrogazione n. 3-01329).

Il Ministro Pietro Carlo Padoan ha risposto nel seguente modo: «..l'articolo 6 del decreto legislativo n.199/1995 dispone che, per l'accesso al ruolo "appuntati e finanzieri", gli aspiranti all'arruolamento siano in possesso del diploma di istruzione secondaria di primo grado. Tuttavia, fino al 1989 era sufficiente, quale requisito per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali del Corpo della Guardia di finanza, la sola licenza di scuola elementare. Pertanto, il Comando generale della Guardia di finanza, che è stato consultato, rileva che sono tuttora in servizio aliquote di personale nel suddetto ruolo in possesso della sola licenza elementare. Inoltre, al fine di garantire la parità di trattamento tra tutti i militari partecipanti ai concorsi interni per allievi vicebrigadieri arruolati prima e dopo il 1989, per l'accesso ai posti riservati ai possessori dell'attestato di bilinguismo, non viene richiesto uno specifico livello di certificazione, ammettendo così alla procedura anche i militari in possesso del livello "D" corrispondente alla licenza elementare. In definitiva, mi sembra che il criterio adottato rimanga un criterio equilibrato alle esigenze» (Seduta n. 385, in data 4 marzo 2015).

Domanda legittima e risposta giuridicamente ineccepibile, un po' meno dal punto di vista logico. Mi pare di capire che esistono delle esigenze e per soddisfarle occorre individuare un titolo di studio che sia anche "equilibrato"; ebbene, la licenza elementare è ritenuta idonea al soddisfacimento di quelle esigenze.

Ma quali sono le esigenze? Forse, andavano meglio chiarite.

Qualche anno fa ho condiviso il viaggio in treno con un aspirante VFP (Volontari in Ferma Prefissata); parlammo a lungo di politica, d'attualità, di sport e di diverse altre questioni. Mi disse che voleva fare il finanziere e per questo si stava arruolando nell'Esercito. Sul momento non capivo, poi mi spiegò che una legge del 2004, allo scopo di incentivare gli arruolamenti nelle Forze armate, ha previsto che i VFP, dopo un determinato periodo di permanenza nelle FF.AA., hanno dei posti riservati nei concorsi in Guardia di Finanza e nelle altre forze di polizia.

Mi confidò che per lui la sigla VFP non significava Volontario in Ferma Prefissata, bensì "Voglio Fare il Poliziotto".

Era, infatti, molto interessato alle questioni concernenti l’imposizione fiscale e insisteva nel volerne parlare. Gli chiesi: «Ma tu cosa ne pensi dell’evasione tramite "scatole cinesi"?» Rispose: «Ma che! Le matrioska importate illegalmente dalla Cina?».

Mi resi conto che la domanda forse era un tantino difficile, allora gli chiesi la sua opinione in merito alle frodi a carosello. E lui: «Ti riferisci a quelli che salgono sulle giostre senza pagare il biglietto?».

Tutto il mio stupore si acquietò quando mi confidò che dopo la licenza media aveva fatto per un tempo il carpentiere e successivamente il muratore; ora però aveva deciso di fare il finanziere. Aveva grandi ambizioni, disse che avrebbe utilizzato i crediti formativi maturati presso le scuole militari per conseguire prima il diploma e poi, eventualmente, anche la laurea; lui era convinto che ai fini della carriera militare il peso specifico del titolo di studio è relativo, ciò che veramente conta sono i giudizi annuali caratteristici e le note di merito: encomi ed elogi. Ricordo che nel salutarlo gli augurai una carriera missilistica. In fondo, se le norme glielo permettono, perché non dovrebbe provare a realizzare il suo sogno nel cassetto?

Quell’incontro, però, mi lasciò diversi dubbi e non poche perplessità. Pensai tra me e me: dal momento che i VFP vengono addestrati per il combattimento corpo a corpo, e per gli assalti a fuoco con bombe a mano ed altre armi pesanti, perché il legislatore del 2004 ha inserito anche la Guardia di Finanza nei posti a loro riservati? Forse intendeva usare le armi pesanti contro gli evasori?

Un amico, al quale ho fatto leggere una prima bozza di questo articolo, giunto a questo punto ha esclamato: «O forse intendeva circoscrivere all’interno degli spazi del luna park il contrasto delle frodi a carosello». Biricchino!

In effetti anche l’ultimo bando di reclutamento per il 2015 di 7.000 volontari in ferma prefissata nell'Esercito prevede tra i requisiti di ammissione il possesso della licenza media (diploma di istruzione secondaria di primo grado, ex scuola media inferiore). Senza nulla togliere alle competenze di tali professionisti – perché i VFP, all’esito dell’addestramento, sono dei veri professionisti, e lo dico con convinzione – che sapranno certamente farsi apprezzare nei diversi settori del comparto Difesa; pur tuttavia, ritengo siano inadeguati - salvo casi particolari – per supervisionare l'attività del commercialista e dialogare con il Procuratore.

Mi chiesi, inoltre: nel caso riuscisse a realizzare il suo progetto, quale sarebbe il suo apporto nel contrasto all’evasione fiscale? Al recupero di quali "imposte" potrà essere utilmente destinato?

Il-recupero-dellimposta Il recupero dell'Imposta

Scherzi a parte; ritengo che i finanzieri debbano decidere se essere soldati, poliziotti oppure verificatori; non possono più continuare a con-correre con tutti e in tutte le direzioni, ma devono iniziare a correre in una sola direzione per non rischiare la fusione (per ridondanza) con altri corpi che svolgono in via principale le stesse funzioni. I tempi in cui erano "vedette insonni dei confini" sono terminati con l’abbattimento dei confini.

Se la Guardia di Finanza non si adegua alla nuova realtà, corre il rischio di uscire a spezzatino dal processo di razionalizzazione che è in atto, rischia, cioè, lo scioglimento per spacchettamento. L’unica via percorribile per uscire indenne dal processo riformistico è senza dubbio quella indicata dal legislatore del 2001: l’impiego esclusivo nel settore della tutela dell’economia e della finanza pubblica. La scelta tuttavia richiede una strategia e un'inversione di rotta, bisogna cambiare le regole di reclutamento, di addestramento, di avanzamento, dei trasferimenti, del sistema premiale e sanzionatorio; in buona sostanza, occorre un cambio di mentalità.

La tutela in via esclusiva dell’economia e della finanza pubblica, oltre a permettere al Corpo di conservare la sua identità, gli offre anche le maggiori prospettive d’impiego per il futuro. Si consideri che ogni anno sfuggono a tassazione circa 270 miliardi di reddito, per un totale di circa 120 miliardi di imposte evase, a cui vanno aggiunti ulteriori 60 miliardi, che rappresentano il costo della corruzione.

Com’è evidente "la messe è abbondante", ma gli operai specializzati sono abbastanza?

Cleto Iafrate ( Direttore del Laboratorio delle idee Ficiesse )

Argomento: 
Guardia di Finanza