Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

RIORDINO SI’, RIORDINO NO. di Gianluca Taccalozzi.

Come noto l’art. 8 della legge delega Madia prevede, tra l’altro, la possibilità di riordinare le carriere del personale del comparto sicurezza ed un’analoga delega [1] è stata recentemente approvata anche per il personale delle Forze Armate.

Dietro questa delega, nascoste sotto i più spendibili termini “funzionalità”, “merito” e “professionalità”, vi sono motivazioni, del tutto legittime, ma quasi esclusivamente corporative...

 quali:

  • la storica rivendicazione dei funzionari di p.s. di essere equiparati alla carriera prefettizia e quindi diventare dirigenti a tutti gli effetti, giuridici ed economici, subito dopo il corso di formazione;
  • la parziale attuazione dei riordini del 1995 e del 2001 effettuata dalla Polizia di Stato, con particolare riferimento ai concorsi interni per l’avanzamento a Vice Sovrintendente e Vice Ispettore (per anni non banditi[2]) ed alla mancata istituzione del ruolo direttivo speciale[3]; una situazione che ha bloccato le carriere dei poliziotti, penalizzandoli rispetto a carabinieri e finanzieri[4];
  • la difficoltà di ottenere risorse contrattuali “extra” (fallimento della c.d. specificità) rispetto al resto del pubblico impiego e l’assenza della contrattazione integrativa: circostanze che hanno penalizzato il personale del comparto sicurezza[5], prima[6], durante[7] e dopo la crisi;
  • l’evidente gap[8] tra la struttura di carriera del comparto sicurezza e difesa rispetto e quella del resto del pubblico impiego, originato dal mancato adeguamento dei titoli di studio per l’accesso ai ruoli del comparto rispetto alle omologhe categorie del pubblico impiego[9] e dai discutibili processi di riqualificazione[10] allegramente concessi al pubblico impiego privatizzato[11].

Fatta la delega, fatto il riordino? Non proprio!

I paletti fissati dalla stessa delega Madia, ovvero le esigue risorse a disposizione (119 milioni di euro l’anno più gli “eventuali” risparmi ottenuti dal riassetto delle forze di polizia) e la cristallizzazione degli organici (e la conseguente cancellazione delle vacanze organiche in essere), rendono infatti impossibile l’immediata e completa attuazione del progetto di riordino[12] concepito dall’amministrazione e dai sindacati di p.s. e poi proposto alle altre amministrazioni del comparto.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca! Sembra quasi che quei paletti siano stati messi lì apposta per impedire quel riordino. Tanto più che quando il governo ha trovato qualche soldo e le contingenze (attentati di Parigi) hanno reso popolare investirlo nella sicurezza, ha pensato al bonus e non al riordino[13].

Comunque, il tavolo “Interforze” sul riordino va avanti, anche se l’unico aspetto su cui le amministrazioni sembrano tutte d’accordo è quello della dirigenzializzazione degli Ufficiali/Funzionari, mentre su altre questioni, come l’unificazione dei ruoli di base e l’istituzione di un nuovo ruolo direttivo, permangono ancora divergenze legate alle diverse esigenze ed ai differenti ordinamenti tra polizie civili e polizie militari[14].

Ora, considerando che è impensabile che il governo possa contemporaneamente finanziare contratto, bonus e riordino, gli scenari possibili sono sostanzialmente tre:

  1. si fa un riordino “step by step”partendo dalla sicura[15]dirigenzializzazione dei Ufficiali/Funzionari (con relativi immediati effetti economici), per poi procedere a regolare gli altri ruoli a tappe; ma da quale ruoli partire? Prima i ruoli base? E gli Ispettori sono disposti ad accettare una cambiale in bianco da un pagatore spesso “inaffidabile” come lo Stato?
  2. si fa un mini-riordino utile solo a definire la dirigenzializzazione dei direttivi (con relativi immediati e sensibili effetti economici) ed a regalare al resto del personale qualche tubolare privo di sostanziali effetti economici[16] ai gradi apicali e la promessa di concorsi senza garanzie[17] ai più giovani; soluzione inaccettabile e già rigettata dai sindacati di p.s. e dalle rappresentanze;
  3. si utilizzano per il riordino anche le risorse destinate al bonus di 80 euro; ma siamo sicuri che il governo trovi le risorse anche per gli anni a venire? E, se sì, siamo così sicuri che rinunci a qualcosa di tipicamente “suo” (80 euro) per finanziare un progetto che va nella direzione opposta rispetto a quella che lo stesso governo sta imponendo al resto del pubblico impiego? Infine, siamo certi che il personale, soprattutto quello non dirigenziale che percepisce il bonus, sia così contento di rinunciare ad 80 euro nette sicure al mese per finanziarie un riordino che non premia tutti in maniera equa?

A queste condizioni, credo che per i finanzieri “I.S.A.F.”, in particolare per i più i giovani e per il ruolo Ispettori, questo tipo di riordino nasconda più insidie che reali opportunità, al massimo, si potrà scegliere tra il riordino e gli 80 euro!

A questo punto mi chiedo se non sarebbe meglio puntare sul contratto (investendo in esso e non sul riordino anche i 119 milioni di euro e gli eventuali risparmi del riassetto[18]) e sulla stabilizzazione del bonus di 80 euro, piuttosto che fare altri pasticci sulle carriere, dopo quelli del 1995 e del 2001 di cui si stanno ancora pagando le conseguenze in termini di funzionalità.

Lasciando che la delega sul riordino venga utilizzata solo per revisionare le consistenze organiche secondo le diverse esigenze delle varie Forze di Polizia e magari per riequilibrare il “gap” con il resto del pubblico impiego con l’equiparazione formale dei ruoli comparto con omologhi ruoli del pubblico impiego. Anche al fine di evitare eventuali penalizzazioni al personale del comparto (oggi pochissimi, ma domani?) che si trovi costretto a transitare nelle amministrazioni civili. 

A voi il giudizio.

GIANLUCA TACCALOZZI - Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza.

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