Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

«Le varianti proposte al Codice dell’Ordinamento Militare determinano una straordinaria e pericolosa concentrazione di potere militare ed economico senza precedenti nel nostro paese» è il duro giudizio della Funzione Pubblica Cgil e della Uil Pa sul disegno di legge approvato recentemente dal governo.  «La concentrazione del potere nelle mani del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il quale assumerebbe anche la responsabilità della Direzione Nazionale degli Armamenti,- continuano i sindacati – non solo non risolve i problemi annosi che affliggono questa amministrazione ma li appesantisce enormemente, generando solo altre costosissime figure di vertice e un calo dell’efficienza dei processi decisionali della Difesa».

Ciò che più allarma i sindacati di categoria è la «concentrazione di potere in cui il Capo di Stato Maggiore diverrebbe così il ‘dominus’ dell’area tecnico-operativa e di quella tecnico-amministrativa, potendo disporre di un potere economico ingentissimo, derivante dai flussi di cassa verso le industrie del settore aerospaziale e navalmeccanico».

«Inoltre – proseguono Fp Cgil e UilPa – si potrebbe generare un forte sbilanciamento in favore della componente militare, dando luogo a un’ulteriore contrazione dei livelli occupazionali della componente civile del Ministero della Difesa, già delineata, tra l’altro, dal Libro Bianco che, invano da mesi, stiamo cercando di rimettere in discussione con la Ministra Pinotti. Un atteggiamento, quello della Ministra, insolitamente poco trasparente, tenuto anche in occasione dell’audizione tenuta in seduta congiunta delle Commissioni Difesa di Camera e Senato su un’operazione così importante che segue le gravi ed unilaterali decisioni fin qui assunte sugli arsenali di Brindisi, Augusta, Taranto, sulla base della Maddalena e sull’istituto Maridrografico di Genova senza il dovuto coinvolgimento delle rappresentanze sindacali. Nessun riscontro neanche alla lettera con cui abbiamo comunicato formalmente alla titolare della difesa l’avvio dello stato di agitazione».

Per queste ragioni, concludono i sindacati, «se il Ministro Pinotti non ci convocherà a breve per discutere delle questioni irrisolte, che da tempo abbiamo posto per una migliore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti del Ministero della difesa, piuttosto che per illustrare i contenuti del disegno di legge in esame – come da convocazione per il prossimo 28 febbraio, oltre quella del 22 febbraio su una questione di alto rilievo per il personale della difesa – continueremo nel nostro percorso di lotta a difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. A tal fine abbiamo già organizzato una grande assemblea nazionale dei quadri e dei delegati della difesa che si terrà a Roma il prossimo 23 febbraio presso il Centro Congressi Frentani. Assemblea nella quale discuteremo insieme delle questioni tuttora irrisolte e delle iniziative di forte mobilitazione che metteremo in campo nei prossimi mesi tutti insieme».

Argomento: 
Difesa