Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

I rischi delle vaccinazioni multiple ai militari è vicenda annosa e dolorosa. Risale infatti a più di dieci anni fa, quando un ragazzo di ventidue anni che svolgeva servizio di leva obbligatorio è morto a causa di un linfoma dopo esser stato sottoposto a vaccinazioni multiple. E' per questo che con l'onorevole Daniela Sbrollini del Pd abbiamo presentato un'interrogazione al Senato e una alla Camera, perché vogliamo tenere aperto il dialogo con i ministeri della Salute e della Difesa per raggiungere al più presto un risultato concreto".

Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati  intervenuta alla conferenza stampa sui rischi della vaccinazioni multiple ai militari.

"Nella passata legislatura, la Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito ha definito l'esistenza di un criterio probabilistico tra la causalità di determinate patologie a carico del sistema linfatico e la modalità di somministrazione delle vaccinazioni. In questi anni peraltro - continua Amati - diverse sono state le sentenze che hanno aperto possibilità al riconoscimento dei diritti delle famiglie dei soldati deceduti.

Dalla sentenza Finessi del Tribunale di Ferrara che ha condannato il Ministero della Salute a risarcire la famiglia del militare riconoscendo un nesso di causalità tra il linfoma per il quale Francesco è deceduto a 22 anni e le modalità di somministrazione dei vaccini, fino alla sentenza del Tar del Friuli che ha accolto il ricorso di Andrea Rinaldelli padre di Francesco, imponendo al Ministero della Difesa un riesame della vicenda. Sarebbe dunque opportuno, per il futuro, tutelare meglio i nuovi militari che si sottopongono alla vaccinazione e sperare finalmente che le verifiche in corso possano consentire il riconoscimento dei militari ammalati o deceduti per patologie causate da modalità si somministrazione dei vaccini come "vittime del dovere".

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Parlamento