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Il testo del Decreto Pensioni  in base al provvedimento del Governo dopo la sentenza della Corte Costituzionale: è il Dl 65/2015 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 maggio 2015, giorno di entrata in vigore. 

 La restituzione dell’indicizzazione viene riconosciuta ai trattamenti compresi fra tre e sei volte il minimo, con un sistema a scaglioni, mentre per le pensioni più alte non c’è rimborso.

Bonus: meccanismo

coefficienti di rivalutazione sono diversi per gli anni 2012 e 2013, e per i due seguenti, il 2014 e 2015. Quindi, ogni pensionato dovrà prendere l’importo 2011 e mano mano applicare i coefficienti relativi all’importo del suo assegno per gli anni seguenti. Attenzione: i coefficienti si applicano all’indice di rivalutazione che di anno in anno viene comunicato dall’Istat. Se, ad esempio, l’Istituto stabilisce per un determinato anno un indice di perequazione pari al 3%, e per quello stesso anno la rivalutazione della propria classe di importo è pari al 50%, la pensione si rivaluterà dell’1,5%, e così via.

Coefficienti di rivalutazione

Chiarito il meccanismo, vediamo in base al decreto pensioni i coefficienti da applicare per il2012 e 2013:

  • pensioni fra tre e quattro volte il minimo (a grandi linee, da 1400 a 1900 euro lordi al mese): rivalutazione del 40%;
  • pensioni fra quattro e cinque volte il minimo (fra 1900 e 2300 euro lordi al mese): rivalutazione del 20%;
  • pensioni fra cinque e sei volte il minimo (fra 2300 e 2800 euro lordi): rivalutazione del 10%.

Per il 2014 e 2015, bisogna poi aggiungere un altro 20% alla rivalutazione automatica Istat. In questi due anni, in realtà le pensioni si sono rivalutate, ma il calcolo è stato effettuato su importi che erano rimasti bloccati per due anni, mentre ora bisogna rifarlo applicandolo agli assegni la nuova nuova rivalutazione 2012 e 2013.

Importante: i nuovi coefficienti di rivalutazione si applicano fino a concorrenza della parte di assegno relativa ai vari scaglioni. Significa che anche le pensioni sopra sei volte il minimo in parte si rivalutano, limitatamente alla quota fino a 2800 euro lordi circa, poi a un certo punto si bloccano. Secondo le stime fornite dal Governo nei giorni scorsi, di fatto la rivalutazione si blocca a 3200 euro lordi di pensione al mese.

Tutto quanto spiegato fino ad ora riguarda la cifra che i pensionati incasseranno come una tantum in agosto.  Esempi di calcolo del governo:

  • pensione di 1700 euro: bonus d’agosto 750 euro;
  • pensione da 2200 euro: bonus da 450 euro;
  • pensione da 2700 euro: una tantum da 278 euro.

Rivalutazione 2016

A partire dal 2016, la rivalutazione proseguirà con un coefficiente che per i trattamenti sopra tre volte il minimo è fissato al 50%. Anche qui, secondo le stime fornite dal Governo, significa che un pensionato con assegno di 1700 euro avrà 180 euro di rivalutazione all’anno (circa 15 euro al mese), per gli assegni da 2.200 euro la rivalutazione è pari a 99 euro, per quelli da 2.700 sono 60 euro all’anno, cioè 5 euro al mese. Qui i calcoli sono molto teorici, perché in realtà i coefficienti andranno applicati all’indice di rivalutazione 2016 dell’Istat.

Pagamento pensioni

Il decreto stabilisce anche che le pensioni da giugno verranno tutte pagate il primo del mese. Qui c’è un passo indietro rispetto a una norma che era contenuta nella Legge di Stabilità 2015, che posticipava al 10 del mese il pagamento di chi percepiva la doppia pensione INPS-INPDAP (avendo lavorato sia nel pubblico sia nel privato). Stesso discorso per il bonus 2015, che verrà pagato il primo d’agosto insieme alla pensione.

Fonte: www.pmi.it

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