Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Proseguono le anticipazioni riguardo il contratto degli statali. Restano aperti  nodi assai ingenti come le cifre sugli aumenti e le “novità” sui regolamenti nuovi della Pubblica Amministrazione. Ad esempio tra i temi in ballo ci sono «il tetto agli straordinari e la durata minima della pausa pranzo, con l'ipotesi di accorciare da 30 a 10 minuti. Intanto è stato fissato a sette euro il valore del buono pasto per tutti i quasi 250 mila dipendenti del comparto (ministeriali, agenzie fiscali e parastato)». Novità all’orizzonte anche per il buono pasto, visto che è stata ripresa la clausola della spending review, per cui non può superare i sette euro. Restano i dubbi però sull’intera regolamentazione della pausa pranzo: «il contratto conferma che dopo le sei ore si ha diritto a una pausa. Ma su quanto deve essere lungo il break, mezzora, come oggi, o solo dieci minuti, come qualcuno propone, c'è un punto interrogativo. L'idea di tagliare i tempi è caldeggiata da una parte del sindacato, con l'intento di eliminare un ostacolo alla flessibilità dell'orario. C'è però chi fa notare come abbreviare la pausa eliminerebbe uno dei paletti a cui è condizionato il rilascio del buono pasto», riporta ancora l’Ansa.

TUTTI I NODI APERTI

 Sono in tutto 95 cartelle la bozza consegnata ai sindacati, con annesse tabelle retributive allegate: il punto centrale sono ovviamente gli aumenti da 85 euro per tutti i lavoratori statali, ma in pista ci sono anche tutte le regole sul licenziamento, i permessi, la lotta all’assenteismo e la conservazione dei bonus Irpef. «Sotto l’aspetto dell’aumento di stipendio le ultime indicazioni», che emergono dalla bozza di contratto visionata dall’Ansa, «riguardano un bonus relativo ai redditi più bassi: distribuito secondo criteri di equità a chi soffrirà di più le misure della nuova dinamica salariale, con particolare riguardo alle conseguenze che lo scatto stipendiale avrà sul bonus degli 80 euro». Il meccanismo di aumento resta ancora confuso visto che per molti rappresentanti sindacali non ci sarebbero le coperture per garantire quel tipo di aumento stipendio considerato l’elemento “minimo” sotto il quale è impossibile andare, visto che contraddirebbe l’accordo firmato lo scorso 30 novembre 2016. La partita è aperta e l’intenzione dell’Aran è quella di arrivare alla firma ultimata prima di Natale, almeno per quanto riguarda il comparto centrale della Pa, fungendo come una sorta di apripista delle più complesse “partite” da giocare su Scuola e Sanità

Argomento: 
Attualità e Politica