Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

La Spezia - Sessanta delle 136 navi militari ancora in servizio contenenti amianto, sono dislocate alla Spezia. La fibra è ancora all’interno degli impianti, delle caldaie, o di parti comuni come le sale mense. La città, che vanta il tristissimo primato di vittime per patologie correlate all’esposizione all’amianto, si conferma al centro di un problema gravissimo. Anni e anni di lavorazioni cantieristiche civili e militari, senza alcuna protezione, hanno già portato troppe morti. E ciononostante l’attenzione spezzina al problema appare modesta, fatte salve poche eccezioni. Le cifre compaiono nella relazione della Marina Militare 

 

L'intervista al parlamentare Francesco D’Uva del M5s 

 

Amianto sulle navi militari, i 5 Stelle riescono a strappare 12 milioni per riaprire un tema delicatissimo, il diritto alla salute del personale della Difesa

 

Non lo vedo come uno ‘strappo’, ma come un’azione sacrosanta che dovevamo portare avanti. E lo abbiamo fatto. È una misura che fa bene alla salute dei lavoratori ma anche dello Stato. Si tratta di un tema che per me e per il MoVimento 5 Stelle non è mai stato abbandonato. La sicurezza e la tutela di chi lavora nel comparto Difesa, per noi, resta sempre di stretta attualità. Ecco perché mi sono fatto portavoce di questa esigenza importantissima e sono riuscito a redigere, far presentare e far approvare l’emendamento in questione, grazie anche alla collaborazione delle colleghe e dei colleghi del Senato. Adesso siamo riusciti a mettere in campo un intervento che nessuno aveva mai tentato prima. Ampliamo il perimetro delle bonifiche dall’amianto (non più limitate agli edifici civili, ma estese anche al naviglio militare) e aumentiamo i fondi per realizzarle (altri 12 milioni per il prossimo triennio). È solo l’inizio, ma è un ottimo inizio. 

 

Nel dossier della Camera che quantifica i profili finanziari degli emendamenti, a pagina 75, a proposito del vostro emendamento, commi 101 e 102 si cita una relazione tecnica, che quantifica in 54 milioni le esigenze di bonifica delle navi della Marina Militare, per il periodo fra 2020 e 2030. Si cita anche un precisazione del ministero della Difesa, sul fatto che ci siano ad oggi ancora «136 mezzi navali militari da sottoporre a bonifica di amianto, di cui 45 dislocati a Taranto, 60 alla Spezia e 31 ad Augusta». Lei si aspettava una situazione così grave?

 

Il nostro obiettivo è rendere le navi militari italiane sempre più sicure per la salute di chi vi lavora o vi entra, a qualsiasi titolo, a contatto. Dobbiamo raggiungere il 100% della sicurezza. Il prossimo passaggio è il decreto del ministero della Difesa che conterrà l’elenco delle navi che hanno la priorità nell’intervento di risanamento. Per i dati ufficiali aspettiamo questo decreto. 

 

La nuova sfida rientra nel suo impegno per ambiente, salute e tutela dei lavoratori?

 

In generale ho rivolto sempre la massima attenzione ai temi ambientali, anche sulla scorta dei miei studi chimici e scientifici. Avevo iniziato già da tempo a studiare il problema dell’amianto sulle navi. Poi abbiamo ascoltato i marinai e i vertici della Marina militare: sono stati loro, in questi mesi, a evidenziare quanto ancora ci sia da fare per rendere sicure le nostre navi e per eliminare completamente questo materiale pericolosissimo. Successivamente ho avuto modo di presentare un question time in Commissione alla Camera, rivolto al Ministero della Difesa, per ribadire queste istanze. Infine, la fase di messa a punto della misura e la sua approvazione in legge di Bilancio. Con il decreto ministeriale entreremo nella fase operativa. È una prima, grande conquista. 

 

È un segnale importante, da parte dei 5 Stelle, a fronte dei tanti casi di civili e militari che si ammalano a causa di un problema sottovalutato. È contento del risultato?

 

Sono molto soddisfatto e ringrazio quanti mi hanno aiutato a portare a casa un risultato così importante. Ma non bisogna fermarsi, non bisogna abbassare la guardia. Dobbiamo tenere alta l’attenzione, i militari non devono essere considerati lavoratori di serie B in relazione alla loro sicurezza. In Commissione Difesa alla Camera siamo tutti molto impegnati su questo fronte, ricordo ad esempio le iniziative avviate già dalla scorsa legislatura dai colleghi Rizzo, Frusone e Corda. Sul tema amianto il nostro obiettivo è allo stesso tempo semplice e ambizioso: questo materiale non dovrà più esistere sulle nostre navi. Per raggiungerlo faremo sempre di più. Intanto, la rotta è quella giusta.

FONTE: https://www.ilsecoloxix.it/la-spezia/2020/01/08/news/amianto-sulle-navi-...

Argomento: 
Attualità e Politica