Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

 Da sette diventano cinque. La Forestale esce dal ministero dell’Agricoltura e diventa dipartimento di polizia ambientale della Polizia di Stato. La polizia provinciale – istituita nel 1986 – trasloca nella polizia municipale restando nell’ambito delle polizie locali (con i vigili urbani). La riorganizzazione potrebbe riguardare anche la Polizia Penitenziaria (che dipende dal ministero della Giustizia) destinata a diventare un altro dipartimento della Ps. Ma in questo caso manca ancora l’accordo. Il dado è tratto. E nessuno ha più strumenti né argomenti per opporsi a uno stato delle cose sinceramente ridondante: nessun paese evoluto, infatti, mantiene sette diverse forze di polizia che insistono su quattro diversi ministeri ma quasi sempre doppiano funzioni e competenze.

Uno spreco enorme di risorse, soprattutto alla voce logistica, cioè sedi, direttivi degli organici e relativi stipendi, strumenti, auto e divise a cui il governo dice basta. E se la sicurezza è un bene primario garantito della Costituzione per cui quello che ci va, ci vuole, l’ex Commissario Carlo Cottarelli ha intravisto in questa voce di spesa tagli per 800 milioni nel 2015 e per 1,7 miliardi nel 2016. E il suo predecessore Carlo Giarda aveva intravisto sprechi per 1,7 miliardi che però non fece in tempo ad attuare.

Viminale e Funzione Pubblica non azzardano cifre su quanti soldi saranno risparmiati passando da sette a cinque forze di polizia. Si parla, in concreto, di poche decine di milioni. Certamente viene da qua una parte, seppur minima, dei 13 miliardi di tagli alla spesa pubblica che saranno illustrati domani dal premier quando presenterà la legge di Stabilità. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, due settimane fa, ha concluso al Viminale la riunione sui tagli alla vecchia maniera: via il 3 per cento secco e lineare da un bilancio, quello sulla sicurezza, di circa 20 miliardi. Sono circa 600 milioni.

Il veicolo dell’accorpamento delle forze di sicurezza è la delega del disegno di legge di riforma della Pubblica amministrazione. L’articolo 7, comma 1, parla chiaro: “Assorbimento delle funzioni di polizia del Corpo Forestale dello Stato in quelle delle altre forze di polizia e delle amministrazioni locali, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti”. Il provvedimento riguarda circa novemila agenti “le cui maestranze saranno salvate e riallocate in uno specifico Dipartimento Ambiente della polizia di Stato” spiega una fonte della Funzione Pubblica. “Il risparmio si avrà sulla logistica, sedi, mezzi, stipendi degli incarichi apicali”. Via subito, ad esempio, i 320 mila euro di stipendio annuale del comandante generale che si accompagna con un nutrito staff. Cura dimagrante anche per i venti comandi regionali.

Sembrano escluse al momento le regioni a statuto speciale, Sicilia, Friuli, le province di Trento e Bolzano e Valle d’Aosta. Che per l’appunto sono anche quelle con il maggior numeri di dipendenti. Al centro di numerosi scandali sono stati e sono i 28 mila forestali della Regione Sicilia (di cui solo 830 a tempo indeterminato, gli altri con contratto a termine e poi sulle spalle dell’Inps). I 10 mila della Calabria per 6.500 kmq di boschi, due volte e mezzo i ranger canadesi che in fatto di boschi hanno qualche incombenza in più rispetto ai colleghi calabresi. “In questo caso – spiega la stessa fonte - contiamo di agire con un emendamento che consenta alla regioni a statuto speciale di muoversi nella stessa direzione”. Non solo riaccorpare ma anche diminuire i contratti degli operai della forestale. I costi della Forestale oggi si aggirano intorno ai 480 milioni di euro.

Sempre un emendamento alla delega sulla Pubblica amministrazione porterà la polizia provinciale nell’ambito delle polizie locali: vigili urbani e polizia provinciale fratelli nella stessa famiglia. Ancora una volta non si tratta di un gran risparmio ma soprattutto di una riorganizzazione che consentirà di disporre meglio delle risorse sia di mezzi che di uomini sul territorio.

Fin qui le cose da fare subito, tra legge di Stabilità e delega sulla Pubblica amministrazione. Tra il 2015 e il 2016 toccherà mettere mano ad ulteriori tagli per un miliardo e 700 milioni. E’ un’ipotesi già operativa quella che immagina l’accorpamento, sempre nella Polizia di Stato, della polizia penitenziaria, 38 mila agenti attualmente sotto il ministro della Giustizia e alla cui guida (Dap) è sempre stato designato un magistrato. I sindacati si trincerano dietro una direttiva europea per cui chi fa indagini non può essere confuso con chi gestisce il sistema carcerario. “La direttiva può essere rispettata prevedendo la separazione netta di queste funzioni” spiega la fonte della Pubblica amministrazione. E’ invece solo un’ipotesi quella che prevede l’assorbimento da parte del Comando generale dell’Arma di circa 60 mila uomini della Guardia di finanza. Operazione delicata. Quasi impossibile. E che pure porterebbe ad un risparmio di circa due miliardi.

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Forze di Polizia