Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Pubblichiamo  la lettera scritta da un componente del direttivo della Sezione UNSI di Abano,  il quale - nel rassegnare le sue dimissioni al Presidente della Sezione - - esprime amarezza e disagio nel riscontrare  un atteggiamento di chiusura da parte della attuale  Presidenza nazionale della Associazione che, evidentemente, ritiene di scarso interesse l'attività messa in campo dall'UNSI Euganea, volta a mettere a disposizione di tutta l'associazione, il patrimonio di esperienze accumulato.

Il nostro giornale ha piu' volte seguito l'attività della sezione UNSI di Abano,  soprattutto nell'impegno  e nella  denuncia delle gravi ripercussioni sulla salute del personale che ha svolto il suo servizio nell’ex base Nato di monte Venda, per l'esposizione al radom.

Abbiamo avuto modo di conoscere e seguire l'attività della sezione UNSI di Abano,  soprattutto nell'impegno  e nella  denuncia delle gravi ripercussioni sulla salute del personale che ha svolto il suo servizio nell’ex base Nato di monte Venda .. Sono una  trentina di militari  morti o ammalati di mesotelioma pleurico e di altre patologie tumorali al polmone a causa del servizio svolto nel Centro.

Il nostro giornale - sollecitato dai componenti del direttivo dell'UNSI, ha avuto modo di trattare in piu'  di una occasione la problematica.

Quella dell'UNSI Euganea, è stata ed è una lunga battaglia condotta a fianco dei  colleghi  e delle vedove dei numerosi militari deceduti, agendo in  costante interlocuzione con l'Amministrazione.

Ma L'attività della Sezione è andata oltre, imbastendo iniziative di assistenza e solidarietà e uscendo un pò fuori dagli schemi tipici delle associazioni d'arma.

 

Riteniamo quindi opportuno proporre La lettera scritta da un componente del direttivo della Sezione UNSI di Abano,  il quale - nel rassegnare le sue dimissioni al Presidente della Sezione - - esprime amarezza e disagio nel riscontrare  un atteggiamento di chiusura da parte della attuale  Presidenza nazionale della Associazione che, evidentemente, ritiene di scarso interesse l'attività messa in campo dall'UNSI di Abano volta a mettere a disposizione di tutta l'associazione, il patrimonio di esperienze accumulato.

 

Nella lettera si mette in evidenza altresì il silenzio della carica direttiva attualmente ricoperta da un rappresentante del Cocer interforze, rispetto alla urgente necessità di "caldeggiare" l' intervento  diretto della sezione euganea presso il gabinetto del Ministro per sollecitare il monitoraggio sanitario del personale per prevenire in tempo altre possibili malattie tumorali.

 

Sappiamo come le Associazioni d'Arma sono viste per lo piu' come organismi in cui a prevalere spesso sono forme di autocelebrazione, ma stupisce rilevare che, proprio perchè a guidare il sodalizio nazionale è un delegato del Cocer, non venga favorita la spinta e l'entusiasmo di tanti cittadini militari che hanno come unico obiettivo aiutare i colleghi nelle varie problematiche inerenti la vita professionale e sociale.

 

IL TESTO DELLA LETTERA

 

 

Al Presidente

U.N.S.I. Sez. Euganea

 

“SIGNORE TI RINGRAZIO PER I SUPERIORI CHE MI HAI DATO VISTO CHE ALCUNI COLLEGHI SONO COSI”

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Si!  Cominciava proprio così la preghiera di  un nostro collega  quando a fine anni settanta era costretto a costatare che qualche collega in servizio con lui al Monte Venda assumeva ancora atteggiamenti ante legge 382 del 78.

Succedeva quando notava che esistevano ancora sacche caratteriali di chi sentiva il bisogno, di essere servile, opportunista  e non invece  il dovere di un militare con una ritrovata dignità. Lui che continuava a convincere i colleghi che per essere un buon militare bisognava essere innanzitutto corretti rispettosi e pretendere rispetto. Dopo tanti anni di lotte e sacrifici personali vi era finalmente pari dignità nei rapporti interpersonali.

Quelli invece pensavano che atteggiamenti di forte sottomissione avrebbero in qualche modo favorito un avanzamento di carriera o un trasferimento presso un ente più vicino alla città di provenienza o altro.

Mi capita spesso parlare con qualche collega ancora in servizio e per fortuna devo costatare che finalmente la dignità  sta  divenendo  un valore comune in ogni caserma.

Oggi forse esistono problemi di altro tipo che si rifanno al carattere proprio delle persone che fanno dell’apparire una necessità e dell’essere un optional. Mi verrebbe sicuramente un forte senso di paura se questo modo di  essere prendesse piede anche in alcune forme associative.

Caro Presidente GRAZZINI

dopo quarant’anni di servizio effettivo in Aeronautica, dopo aver fatto  una ricchissima esperienza nella Rappresentanza Militare e prima ancora nei movimenti che precedettero  e  diedero vita al COCER, nel 2OO8 ho  aderito all’U.N.S.I.  sezione di Abano Terme.  La mia partecipazione fu sollecitata da te e da altri colleghi che ravvisavano un radicale cambiamento nel modo di essere associazione di categoria. Tutti insieme, sentivamo la necessità e il dovere di renderci utili verso gli altri e non autocelebrativi.

In tanti, si poteva tranquillamente mettere in piedi un servizio in alcuni settori ove da militari si era acquisita grande esperienza.    Si poteva dare sostegno gratuito a quanti ne avessero bisogno e in diverse attività. Nacquero subito i gruppi di  lavoro per settori specifici.

Quest’impegno assunto dai soci dell’U.N.S.I. Euganea ha raggiunto due grandi obiettivi: il primo aver aiutato tantissime persone in grande difficoltà e il secondo non trascurabile quello di aver portato il numero d’iscritti a livelli mai raggiunti. Oggi il numero degli iscritti è pari al doppio del numero della sezione italiana più numerosa (si è superata abbondantemente la quota 200)  È l’unica sezione in forte crescita mentre le altre seguono una repentina diminuzione d’iscritti. Il merito è senza dubbio di quanti si sono messi a disposizione, ma in particolare va evidenziato quello tuo quale abile regista e custode dei valori UNSI.

Sembra però che tutto questo non interessi né la Presidenza né tantomeno  il Consiglio Direttivo Nazionale. Questa sensazione emerge in modo molto evidente leggendo gli ultimi verbali dell’assemblea nazionale e quello del consiglio  direttivo. In quest’ultimo si legge che all’unanimità sono respinte tutte le richieste pervenute dalla sezione Euganea.

Ma quali erano queste richieste?

mettere a disposizione delle altre sezioni italiane dell’U.N.S.I. informazioni sul nostro modo di operare attraverso i gruppi di lavoro che si occupano di :

-Istanze per le cause di servizio;  - dichiarazioni di successione;  - pensioni di reversibilità; -  ricorsi alla Corte dei Conti;  - ricorsi al Presidente della Repubblica; - pensione privilegiata ordinaria; - prima assistenza fiscale; - collaborazione con  Amministrazione Comunale e associazioni del territorio;  - assistenza a soci ammalati;  - attività socio ricreative e di solidarietà.

 

Il mancato interesse da pare del Nazionale,  è mortificante e a tratti anche offensivo. Offensivo perché molte di queste attività sono rivolte a vedove e orfani di colleghi deceduti per malattie contratte in servizio. Vale la pena precisare che la nostra sezione, conta già ben ventidue equiparazioni a vittime del dovere e dopo la dipartita del buon Arturo MALAGUTTI, non abbiamo ricevuto mai un rigo di cordoglio da parte di nessuno. Forse a qualche vedova avrebbe fatto piacere ricevere una parola d’incoraggiamento da parte del presidente nazionale dell’U.N.S.I. -  ed è altrettanto offensivo per quanti vivono nel terrore di ammalarsi e attendono che si avvii il monitoraggio sanitario fermo da due anni. Nel frattempo altri due colleghi sono deceduti per la stessa malattia causata dal radon. Tutto questo, mentre il vice presidente lamenta interessamento diretto della sezione euganea presso il gabinetto del Ministro per sollecitare il monitoraggio sanitario per prevenire i n tempo altre possibili malattie tumorali.

Di fronte a malattie e decessi la sensibilità della nostra sezione può mai soccombere sotto l’inerzia e la non curanza del direttivo nazionale e del Presidente? Qui vale la pena precisare che l’argomento radon è anche materia del COCER e guarda caso il Presidente Nazionale è anche  delegato del COCER e qualora dovessero persistere ritardi nell’attivazione del monitoraggio sanitario, anche  Lui potresti essere  ritenuto responsabile morale  di eventuali altre morti che si sarebbero potute evitare.  Non a caso sono stati rinviati a giudizio alcuni vertici della difesa dalla Procura di Padova proprio per non aver tutelato la salute del proprio personale. La sezione euganea, non si esimerà a prendere qualsiasi altra iniziativa se si tratta di salvare una vita, lo sappiano tutti i delegati del direttivo nazionale UNSI.

Anche in questo scorcio di anno mentre altri sembravano studiare  come allestire il trono, noi ad Abano abbiamo lavorato e intensamente, abbiamo:

-aiutato cinque vedove a presentare e vincere un ricorso alla Corte dei Conti del Veneto per diniego della pensione privilegiata ordinaria (senza spese legali);
-aiutato tre colleghi a presentare e vincere un ricorso presso la Corte dei conti del Veneto su trattamento pensionistico indebitamente percepito (senza spese legali);
-offerto assistenza alla presentazione di circa centoventi dichiarazione dei redditi tra Mod. 730 E UNICO;
Offerto assistenza alla presentazione di numerosissime dichiarazioni di successione (senza nessun onere aggiuntivo a quelli corrisposti direttamente all’Agenzia delle Entrate);
-offerto assistenza per la presentazione di ricorsi avverso  la mancata rivalutazione delle pensioni (sent. C.C. n.70/2015);
-fornito ausilio alla polizia municipale nelle importanti manifestazioni organizzate dall’Amministrazione Comunale;
-scritto e presentati due spettacoli teatrali, uno sul dramma del Monte Venda e uno sul  Natale con grande partecipazione di pubblico.

 

Mi chiedo se tutto questo non possa diventare patrimonio dell’UNSI di tutte le sezioni. Forse  i consiglieri nazionali,  Nencini  a parte, pensano che sia più giusto vivere di autocelebrazioni.

Per quanto mi riguarda l’ultimo consiglio, ha superato ogni limite. Ritengo però che le responsabilità siano da ricercare altrove. Siano da ricercare ad esempio nel sistema elettorale proposto dal Presidente e votato dall’assemblea.  Il sistema consisteva nel votare con scheda blindata senza possibilità di scelta. Il Presidente lo ha chiamato “modo trasparente”.  Chissà se questo modo di votare è stato portato a conoscenza del Sottosegretario alla Difesa con delega alle Associazioni, dal quale attendiamo ancora interessamento dal febbraio 2015.

Mi auguro solo di non averti annoiato  con queste mie riflessioni. Ho sentito il dovere di farlo direttamente e senza il coinvolgimento di alcuno. 

Mi auguro  invece che questo possa servire a risvegliare la sensibilità verso le gravi problematiche che vedono coinvolti i militari ammalati per motivi di servizio. Non possono essere lasciati soli. Un appello va lanciato all’ufficio di Gabinetto del sig. Ministro della Difesa che ancora non ha risposto alla lettera del Dicembre 2015 citata nel verbale del direttivo Nazionale UNSI dal vice presidente che sembra abbia creato enorme disagio ai vertici della Difesa.  Io il disagio l’ho provato al funerale del collega Carlo STRANO e a quello di Benito GUARNACCIA, entrambi morti per tumore da radon mentre eravamo i n attesa di iniziare ll terzo ciclo di visite mediche e lo siamo tuttora.

Caro GRAZZINI, ti prego di inviare queste mie riflessioni al Presidente Nazionale, al Consiglio Direttivo Nazionale, alle Sezioni UNSI e a quanti altri tu lo ritenga opportuno,  per sapere se ci sono condivisioni a quanto da me esplicitato e se possa pervenirmi ancora una motivazione seria per rimanere nell’UNSI

Per ora, ho pensato solo di riconsegnarti la tessera con grande rammarico e con nodo alla gola. Ti prometto che non farò mancare il mio aiuto a quanti possano averne bisogno  e per or, ricevi il mio fraterno saluto.

 

 

 

firmato        Giovanni AMATO                                                    

 

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