Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Di GIANLUCA TACCALOZZI . A margine del dibattito parlamentare sul DDL Madia si susseguono convegni, tavole rotonde, consulte e chiacchierate sulla questione sicurezza. Ho avuto la fortuna di partecipare a molte di queste occasioni e mi sono fatto l’idea che, anche con il Governo Renzi, poco o nulla sia cambiato rispetto al recente passato.

Stessa incapacità di elaborare di una riforma organica del sistema sicurezza, stessa tendenza a non ascoltare operatori e cittadini e stessa propensione a pensare solo al consenso e visibilità. Nessuno si prende l’onere di innescare un serio processo di riforma. Il Governo vede solo sovrapposizioni e pensa solo ai risparmi, mentre ad amministrazioni e rappresentanze, in fondo in fondo, sta bene mantenere tutto così come è.

Si è passati dagli avventati (e pericolosi) mega progetti di accorpamento fatti trapelare qualche mese fa (due sole Forze di Polizia con accorpamento di quelle specialistiche in quelle generaliste), all’accorpamento del solo Corpo Forestale, che sembra nascondere solo giustificazione “ex post” ai precedenti mega proclami più che una vera strategia.

Sul fronte della spending, invece, si è passati da una prospettiva di revisione della spesa intelligente e selettiva, al solito taglio lineare del costo del personale: contratti bloccati e blocco del turn-over.

Pensare di risolvere i problemi del settore sicurezza solo con il “taglia e incolla” era (ed è) sbagliato ed avrebbe procurato danni irreparabili sulla qualità e sulla quantità del servizio senza produrre nessun risparmio, checché ne dica qualche accademico o qualche sindacato di polizia. In questo senso, bene ha fatto il Governo a ravvedersi e dare “ascolto” gli inviti alla prudenza venuti dal mondo della sicurezza.

Rinunciare ad ogni tipo di intervento strutturale, facendo passare l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato ed un piano di razionalizzazione delle funzioni e delle spese di funzionamento (affidato alle amministrazioni) come riforma organica della sicurezza,mi sembra altrettanto sbagliato.

Il budget dedicato alla sicurezza è di circa 20 miliardi di € l’anno di cui 18 sono “costo del personale”, euro più euro meno, è, pertanto, evidente che:

  • se accorpi il Corpo Forestale dello Stato alla Polizia di Stato non si risparmia nulla o quasi; a meno che non hai idea di depotenziare il dispositivo di contrasto all’illegalità ambientale e agro alimentare sinora affidato al Corpo Forestale (lasciando spazio alle componenti specialistiche dell’Arma) ed usare quelle risorse per supplire alle croniche carenze organiche della Polizia di Stato;
  • anche se le amministrazioni faranno il massimo, i risparmi che potranno derivare dalla razionalizzazione delle funzioni e della spesa di funzionamento potranno arrivare al più a qualche decina di milioni di €.

Ma allora cosa fare? Come e dove intervenire?

I pesanti tagli apportati dai Governi (di ogni colore) nel corso degli ultimi anni alle risorse destinate alla sicurezza, hanno ridotto ormai all’osso le spese di funzionamento, mentre gli organici presentano deficienze che si contano in decine di migliaia e gli stipendi sono fermi da sei anni e risentono degli effetti (tutt’altro che temporanei) del congelamento stipendiale.

Tradotto, la riduzione della spesa è già stata fatta! Adesso sarebbe finalmente il caso di trasformare la spesa improduttiva in spesa produttiva.

L’“Improduttività” vera (quella strutturale) è nei 18 miliardi di € di costo del personale e si annida nei ridondanti apparati di funzionamento, nella scarsa informatizzazione, nei troppi inutili livelli di comando e coordinamento, nell’eccessivo costo del modello e degli apparati di formazione, nell’anacronistica ed appiattita struttura delle carriere e della retribuzione, nel clientelismo, nella rigidità del modello di contrattazione/concertazione, nell’autoreferenzialità, nella scarsa trasparenza, nelle piante organiche progettate (per dimensione e figure) un’era fa, negli “abusi” di permessi, licenze e congedi, ecc..

Criticità che amministrazioni e rappresentanze rifiutano di vedere e di rappresentare. Criticità che nessun Governo (compreso quello attuale) e nessun partito sembra avere il coraggio e la “forza” di affrontare. Criticità che i media disconoscono e, di conseguenza, i cittadini ignorano.

Criticità che impediscono ai cittadini di godere di un servizio di sicurezza efficiente, al personale di mantenere il potere d’acquisto delle proprie retribuzioni ed alle amministrazioni di organizzarsi al meglio per soddisfare le proprie specifiche esigenze e rendere al meglio senza aumentare i costi. Criticità che premiano furbizia e opportunismo e deprimono merito ed impegno.

Se non si interviene seriamente su questi aspetti continueremo ad assistere solo a blocchi contrattuali e del turn-over, in mezzo a tanta "aria fritta" di incondludenti provvediementi di razionalizzazione della spesa e delle funzioni. Con buona pace di tutti quegli addetti “fessi”(di ogni ordine e grado, operativi e non) che, malgrado tutto, continuano a “tirare la carretta”, caricandosi sulle spalle anche il peso dell’inefficienza in cui sguazzano i colleghi “furbi” e “parassiti”.

Io ci spero ancora. Lo spazio, il tempo ed il veicolo legislativo (DDL Madia) ci sono, ma serve volontà, coraggio e visione. Tutte qualità che continuano a latitare.

Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza.

 

Argomento: 
Forze di Polizia