Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

A DISTANZA DI 38 ANNI DAL VARO DELLA LEGGE 382/78 che ha istituito le Rappresentanze militari e dopo numerosi e vani tentativi legislativi di riformarne la normativa, oggi si assiste ad un progressivo e inarrestabile arretramento delle funzioni assegnate a questi organismi.
Non che già non fossero chiari i loro limiti all'indomani della emanazione della legge e del successivo regolamento di attuazione, laddove vennero indicate le facoltà riconosciute ai delegati nell’espletamento del mandato.
A cominciare dalle "operazioni" inerenti la rappresentanza svolte per motivi di servizio all'interno dell'ordinamento militare, con precisi divieti, per bilanciare i quali, nel regolamento di attuazione si sottolinea che: <<Vanno evitate condotte atte a limitare l’espletamento delle funzioni e di condizionamento della rappresentanza militare>>, sostenendo che ai delegati è espressamente riconosciuto il diritto di esprimere liberamente la propria opinione nell’espletamento dei compiti connessi con tale incarico...
Nel tempo e nella prassi però, le interpretazioni e gli atti compiuti dalla amministrazione hanno in realtà infiacchito quei principi che erano alla base della 382 - erodendone le già fragili basi che avevano disatteso i principi costituzionali sulla libertà di associazione sindacale.
L'operazione chirurgica è stata talmente efficace da far passare l’idea ( banale e diffusa) che, per rappresentare le istanze del personale militare, non sia importante il tipo di strumento di cui si dispone perchè alla fine, tra tutela sindacale e rappresentanza militare, non è che ci sia poi tanta differenza...Sulla scia di un andazzo generale oggi assai di moda, che tende a ritenere inutili e dannosi i cosiddetti corpi intermedi.
 
Il clima di arretramento democratico che si respira nella R.M., la rende sempre piu' un organismo simbolico, nel quale i militari rappresentano più la forma che la sostanza e che nel tempo ha visto accentuarsi il limite di essere organismo interno all’ordinamento militare, gerarchicamente collocato in un sistema in cui, ruolo ed autonomia, sono continuamente sottoposti a vincoli e limitazioni.
Pensiamo - ad esempio - alla impossibilità di poter esporre le proprie idee e l'attività svolta, in sedi esterne al Cocer, dove ci si può confrontare con altri soggetti (sindacati, associazioni, istituzioni) su problematiche di interesse del personale militare. Ne sono prova i numerosi divieti in base ai quali non è autorizzata la partecipazione - come delegati - a varie iniziative sindacali o di studio, come convegni o seminari.
Le motivazioni? Le solite: ovvero che la legge 382/78, vieta la partecipazione dei delegati a manifestazioni politiche o sindacali, se non a titolo personale e senza onere a carico dello Stato...ecc.
 
Un copione noto.
La sensazione che l'Amministrazione non abbia mai realmente agevolato l'emancipazione e la crescita dei delegati, si è tramutata in certezza.
Qualunque occasione di confronto viene vista con una pericolosa contaminazione.
In questo “alone” di separatezza i delegati della rappresentanza militare non possono parlare di crisi economica, di lavoro, di tasse, di pensioni, di riforme e di diritti... e si lasciano - le audizioni parlamentari - come unici momenti di “esposizione” per i delegati….
 
Ma come se non bastasse tutto ciò, le situazioni di prevaricazione che si rilevano a vari livelli dell'attività del delegato, coincidono con una generale delegittimazione del loro ruolo e con "pratiche" che aggirano le disposizioni legislative e i regolamentari che disciplinano il funzionamento della attività rappresentativa.
 
Qualche esempio.
 
A livello di Forza Armata (A.M.) è stata istituita la figura del Presidente dei Sottufficiali assegnando ad esso i compiti che in gran parte sono quelli che dovrebbe svolgere la RM . La nomina è attribuita dal Comandante. Il presidente dei sottufficiali rappresenta, si legge nella direttiva SMA - un esempio ed un punto di riferimento per tutto il personale appartenente alle categorie sottufficiali, dei graduati e dei militari di truppa....coadiuvando la linea gerarchica del personale nella formazione morale e professionale dei singoli militari e suggerendo al Comandante eventuali proposte migliorative che tengano conto delle aspettative rappresentate dal personale stesso... Come se non bastasse, una successiva norma ha introdotto anche la figura del Presidente Capo dei Sottufficiali, Graduati e Militari di truppa per l’A.M. attribuito direttamente dal Capo di S.M.A. con il compito di rappresentare tutte le categorie non direttive (Sottufficiali,Graduati e Militari di truppa) nel contesto del vertice della Forza Armata.
La figura del presidente dei sottufficiali diventa, così, un riferimento per i colleghi piu' del delegato, perchè è l'Amministrazione a proporlo!
 
Il paradosso è che, mentre ai delegati del Cocer Aeronautica non è concesso di convocare i delegati Cobar e Coir per discutere di tematiche di attualità come la questione del riordino delle carriere, i Presidenti dei sottufficiali dei vari Enti, sono stati piu' volte convocati a Roma e addirittura inviati all'estero, con oneri "a carico della amministrazione".
Al Cocer - invece - per questioni di "cassa" è stata autorizzata solo una teleconferenza!!
 
Ma procediamo...
 
Da 15 mesi, il Cocer Interforze non riesce a riunirsi per mancanza di numero legale, ma l'attuale presidente del Cocer - Gen. Gerometta - autorizza le riunioni del solo Comparto Difesa. Comparto che ha approvato numerose delibere alle quali però, lo SMD non può fornire risposte, perchè il consesso non è legittimato a deliberare se non in fasi in cui vi sia una concertazione in atto.
La questione è stata oggetto di diverse delibere; quella del Cocer Carabinieri che poneva un problema di conflitto di interessi tra l'incarico del Gen. Gerometta come presidente del Cocer e la sua nuova nomina a capo di Persomil. Sono seguite poi due delibere del Cocer Aeronautica e della Guardia Costiera, che esprimevano un forte disappunto sulle procedure di convocazione fatte dal presidente del Cocer interforze che - travalicando precise norme legislative - hanno pregiudicato l'autonomia e l'operatività stessa delle singole sezioni di Forza armata.
Senza contare un altro "tassello" di illegittimità in seno al cocer interforze, in quanto si dovrebbe procedere a nuove elezioni della categoria B del Cocer dichiarate nulle a seguito di una decisione del Consiglio di Stato.
Ma, tra qualche settimana i delegati potrebbero trovarsi davanti ad un ulteriore elemento di "imbarazzo".
Il gen. Gerometta infatti, a settembre dovrebbe congedarsi per limiti di età. Al suo posto dovrebbe subentrare il presidente del Cocer Marina Amm. Ricca il quale, però, sarebbe destinato al 1° reparto di SMD. Quindi, l'incarico di Presidente del Cocer Interforze spetterebbe al Gen.Bartoloni presidente della sezione GDF. Persona di cui sono note le posizioni piu' avanzate in materia di tutela per il personale militare.
Ebbene, non sappiamo se questa "possibilità" stia allarmando i piani alti di SMD; sta di fatto che si vocifera di un possibile trattenimento in servizio del gen. Gerometta. Motivo? Non per portare a termine eventuali incarichi di servizio, bensì per la sua carica di Presidente del Cocer!
Considerando che le norme ora in vigore, prevedono che uno dei motivi della decadenza da delegato Cocer, sia proprio il collocamento in quiescenza, quale provvedimento sarà adottato per consentire al Gen Gerometta di continuare a "guidare" il Cocer?
Non crediamo sia sufficiente un atto amministrativo.
A meno di smentite, se queste voci trovassero conferma, avremmo una ulteriore dimostrazione di come a decidere modalità di funzionamento della RM, non sono le leggi e i regolamenti, bensì i soliti compromessi derivanti dagli equilibri tra chi ha il vero potere contrattuale in mano, ovvero gli Stati Maggiori.
Non esistono - allo stato - reali contrappesi o correttivi in grado di arginare queste anomalie.
Senza contare che, con le proroghe concesse dalla politica, si è introdotto un ulteriore elemento di delegittimazione dell’istituto perchè si è sottratto a lungo all’elettore il diritto di giudicare l’operato del delegato rispetto alle richieste formulate dalla base. Ma questi sono solo alcuni esempi che stanno a dimostrare lo stanco rituale in cui la RM si trova ad operare.
Tutto ciò mentre si assiste in generale ad un arretramento anche nelle condizioni di vita e di lavoro in caserma, con tante richieste di sostegno e di intervento che provengono dal personale, per condizioni professionali ritenute ingiuste e rispetto alle quali, la RM non può intervenire perche "materia non di sua competenza"....
 
Fino a quando questi problemi resteranno chiusi nelle caserme, con strumenti di rappresentanza subalterni alla linea di comando e privi di un collegamento con la società ed il personale non prenderà coscienza dei propri diritti, continuerà il disinteresse verso questo “mondo” e sarà molto difficile superare la separatezza delle Forze Armate dalla società.
 
....A fronte di queste difficoltà, stenta ad avviarsi un confronto parlamentare ampio ed approfondito sul tema della Riforma e dei diritti associativi.
 
A.Manotti
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