Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

. Dovevano lavorare e obbedire in quanto militari, anche se temevano rischi per la salute. E anche se i colleghi statunitensi, quando andavano a fare interventi di manutenzione, erano superprotetti con tute guanti e maschere. È quanto emerso nell’ultima udienza del processo davanti al giudice padovano Beatrice Bergamasco sull'esposizione al gas radon dei militari che furono in servizio nell'ex base Nato allestita nel "ventre" del monte Venda, sede del primo Roc dell'Aeronautica militare attiva dal l958 e il 1998.

Gli imputati sono quattro ex vertici dell'Aeronautica militare: l'ex Capo di Stato Maggiore Franco Pisano di Abano Terme; l'ex comandante della 1ª Regione aerea Giovanni Savorelli di Pisa; l'ex direttore generale del Demanio aeronautica Dario Parise, 76 di Roma, e l'ex direttore generale della Sanità militare Agostino Di Donna, 88 di Roma. Le accuse? Omicidio colposo e violazione della tutela delle condizioni di lavoro. Sul banco dei testimoni il luogotenente dell'Aeronautica militare, Giovanni Amato: lavorò al I° Roc dal 1968 al 1998 e fu delegato delle "rappresentanze militari" Co.Bar, Coir e Co.Cer. Amato ha riferito che «prima delle legge 382 del 1978 era impossibile per un militare affrontare qualsiasi problematica relativa alla sicurezza sul lavoro perché l'unica voce era quella del comandante, alla cui sottomissione veniva posto il personale di ogni ruolo e ogni grado. È per tale ragione che nessuno si è mai posto il problema del perché non si usasse alcuna protezione in operazioni che esponevano il personale addetto a rischi seri per la salute». Negli anni successivi «si poteva disobbedire solo a un ordine che potesse essere ritenuto manifestamente reato. Le rappresentanze militari, lungi dall'essere un sindacato, costituiscono un organismo interno all'amministrazione e hanno competenze limitate». Insomma nessuna voce in capitolo per i militari che lavoravano nel “cuore” del Venda. Il testimone ha riferito che negli anni ’80 «un gruppo di militari americani che operava in un sito del monte Venda venne allontanato e, nelle operazioni di manutenzione saltuarie successive, i militari Usa arrivavano completamente equipaggiati con tute guanti e maschere. Anzi» ha aggiunto, «abbiamo saputo che nel 1988 gli americani hanno allontanato dalla base di Aviano i loro contingenti per il rischio Radon». I numeri della strage al Venda? La sezione di Abano dell’Unsi (Unione nazionale sottufficiali italiani) ha svolto una ricerca storica su decessi e patologie insorte fra il personale militare almeno quello identificabile (impossibile rintracciar centinaia di militari). Allarmante il quadro emerso: 83 soggetti con tumori di cui 27 al polmone e gran parte di questi riconosciuti "vittime del dovere" dal Ministero della Difesa.

Commenta l’avvocato Patrizia Sadocco, che tutela tutte le parti civili: «La mancanza di un organismo di tutela dei militari ha alimentato la sconcertante noncuranza con cui è stata trattata la loro salute da parte di chi aveva l'obbligo giuridico, oltre che morale, di proteggerli. E sono convinta che l'attuale divieto costituzionale per i militari di organizzarsi sindacalmente sia espressione di una vetusta mentalità di "cieca obbedienza". La conseguenza? Una grave mancanza di rispetto e di tutela nei confronti di oltre 3 mila ammalati e morti accertati per l’esposizione a sostanze letali quali uranio impoverito, radon, amianto». Si tornerà in aula il 22 dicembre: saranno sentiti esperti di radioprotezione dell'organismo Centro interforze Studi Applicazioni Militari.

 

Cristina Genesin

 

Il Resto del Carlino

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Attualità e Politica