Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Morì nel 2019 a 63 anni,  e adesso il Tribunale di Roma ha riconosciuto un risarcimento ai familiari: 270 mila euro per la vedova e 230 mila euro ad ognuno dei tre figli.

Morì nel 2019 a soli 63 anni per un mesotelioma pleurico causato dall’amianto respirato sulle navi della Marina, ma anche nelle postazioni a terra. Era un elettricista e sommozzatore il 63 enne  e oggi il Tribunale di Roma ha condannato il ministero della Difesa a versare un risarcimento ai familiari: 270 mila euro per la vedova, e 230 mila euro ad ognuno dei tre figli: per una somma complessiva di 950 mila euro. Dopo il decesso, i familiari della vittima del dovere si sono rivolti all’Osservatorio Nazionale Amianto e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere il risarcimento lamentando che durante tutto il servizio svolto dal 1972 al 1978, l’uomo fosse stato esposto a terra, e sulle navi Loto, Gaggia, Giaggiolo, Ape, Grado e Indomito, ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto. Questo avrebbe causato la malattia e poi, purtroppo il decesso.

Esposizione all’amianto ormai conclamata

La presenza dell’asbesto è stata riconosciuta dallo stesso ministero che, con atto della Marina militare, dipartimento militare di Medicina legale di Messina, nel processo verbale n. 1450 del 2018, ha riconosciuto l’infermità “mesotelioma pleurico epitelioide” contratta dal militare, anche se la patologia si è manifestata a distanza di 40 anni, essendo normale un periodo di latenza così lungo. L’esposizione all’amianto, a terra e a bordo delle navi militari, è ormai conclamata, la fibra killer si trovava in diverse zone delle imbarcazioni: dalla mensa ai servizi igienici, dai corridoi ai servizi alloggi, compresi quelli degli alti ufficiali. Il militare è stato a contatto con l’amianto, inoltre, durante la manutenzione dei dispositivi e degli impianti elettrici. Dai generatori diesel alle pompe dell’acqua vi era una elevata aerodispersione di polveri e fibre di amianto, per di più accentuata dall’utilizzo di guanti ed altri dispositivi sempre in amianto in assenza di aspiratori generalizzati e localizzati delle polveri. “Continua la strage di mesoteliomi tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare. Auspichiamo che si portino a termine le bonifiche e si risarciscano le vittime come più volte richiesto dall’Ona”, ha rilevato Bonanni.

 

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Argomento: 
Attualità e Politica