Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Londra esenta con una deroga i suoi militari dal rispetto delle norme del diritto umanitario europeo per evitare eventuali procedimenti giudiziari a seguito delle operazioni belliche oltremare. Lo ha annunciato  il primo ministro Theresa May, che a margine del congresso Tory di Birmingham ha reso nota una legge per rendere immuni i militari di Sua Maestà dal rispetto di “alcune parti” della Convenzione europea per i diritti dell’uomo durante conflitti all’estero.

“Il mio governo farà in modo che le nostre truppe siano riconosciute per il lavoro incredibile che fanno. Quelli che servono in prima linea avranno il nostro sostegno nel momento in cui rientrano a casa”, ha aggiunto May in un comunicato.

“Offriremo loro la nostra gratitudine e metteremo fine all’industria delle denunce vessatorie che hanno perseguitato coloro che hanno servito nei precedenti conflitti”.

Il progetto del governo britannico mira a ridurre la moltiplicazione delle denunce ai danni dei militari britannici.

“Il nostro sistema legale è stato utilizzato per fare false accuse contro i nostri soldati su scala industriale”, ha detto da parte sua il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon.

“Questo ha causato grande angoscia per le persone che hanno rischiato la loro vita per proteggerci ed è costato milioni di dollari ai contribuenti”

Nel suo comunicato, il governo ha spiegato che pur essendo esentati dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, i militari delle forze armate britanniche continueranno a rispettare le Convenzioni di Ginevra.

Londra ha creato un organismo chiamato Iraq Historic Allegations Team (IHAT), che è responsabile delle indagini sulle accuse di violazioni dei diritti umani mosse dai civili iracheni contro i soldati britannici nel periodo compreso tra l’invasione dell’Iraq nel 2003 e la partenza delle truppe da combattimento dal Paese nel 2009.

Al 31 marzo 2016, l’organismo ha indagato 1.374 casi di accuse di abuso, sparizioni e omicidi. Finora, 326 casi sono stati risolti ed è stato pagato un risarcimento totale di 20 milioni di sterline pari a 23 milioni di euro.

Il governo britannico afferma di aver speso dal 2004 circa 100 milioni di sterline per le indagini sui crimini di guerra relative al solo Iraq e per i risarcimenti.

(con fonte Askanews/Afp)

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