Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

L’art. 112 introduce modifiche al sistema delle Casse di previdenza delle Forze Armate.  Tra le norme l’istituzione della Cassa dei Graduati, con un prelievo in busta paga pari al 2% calcolato sull’80% dello stipendio annuo lordo, comprensivo della tredicesima mensilità. Altra modifica introdotta è quella dei tempi di liquidazione. E' abrogato l’assegno speciale per gli Ufficiali, con un meccanismo compensativo. Forti critiche del sindacato SIAMO ESERCITO. Comunicato sindacale

 A seguito dell’approvazione del Disegno di Legge “Bilancio 2023” da parte del Consiglio dei Ministri il 21 novembre, è iniziato l’iter per l’approvazione del provvedimento alla Camera dei Deputati. Anche se pienamente consapevoli delle difficoltà che l’Italia sta attraversando, a seguito della crisi pandemica e del conflitto in corso, siamo convinti che il Governo potesse fare uno sforzo maggiore, facendo coincidere le dichiarazioni a favore del personale militare con azioni concrete. Siamo però fiduciosi che il dialogo continuo tra questa Organizzazione Sindacale e l’autorità politica della Difesa potrà portare a miglioramenti e modifiche, con l’accordo delle forze politiche in Parlamento. Nello specifico, vogliamo informare il personale che risultano alla data odierna inserite due misure d’interesse della Difesa, agli articoli 111 e 112 del testo legislativo: la proroga della ferma di ulteriori sei mesi per i medici e gli infermieri specializzati arruolati con concorso per le esigenze Covid e le Casse di previdenza, di cui nessuno, a parte pochi siti di informazione, hanno deciso di parlare.

Ci preme pertanto sottolineare che nel primo caso, finora abbiamo continuato ad assistere a continue proroghe che hanno semplicemente contribuito a creare una nuova classe di precari.

È necessario pertanto dare un taglio a questo perverso sistema delle proroghe permettendo che i ventisei ufficiali medici e i duecentodieci sottufficiali infermieri vengano stabilizzati al più presto, a seguito del servizio reso e in considerazione delle vacanze organiche nelle strutture sanitarie delle Forze Armate. L’art. 112 introduce invece modifiche sostanziali al sistema delle Casse di previdenza delle Forze Armate.

Non è condivisibile in alcun modo la volontà di introdurre, con la legge di Bilancio, le modifiche alle casse esistenti e la creazione di una nuova Cassa Graduati delle Forze Armate, obbligatoria per tutti coloro che avranno meno di 54 anni (da quanto è dato sapere, nessun Graduato ha ancora raggiunto tale età, quindi obbligatoria per tutti!) a far data dal giorno 1 gennaio 2023, quindi fra poco più di venti giorni. Non può essere condivisa la scelta del veicolo normativo della legge di Bilancio, se non per comprimere la discussione parlamentare al riguardo e per evitare l’audizione dei sindacati militari, perché l’articolo che modifica le Casse non stanzia neppure un euro in più alla Difesa: l’unica misura di salvaguardia, l’istituzione del fondo per la sostenibilità della Cassa, non gode di un nuovo finanziamento, ma utilizza i fondi della Difesa (art. 619 D. Lgs. 15 marzo 2010, n. 66).

Ci chiediamo quindi, perché allora approvare in fretta e furia queste modifiche che toccano, al ribasso, gli stipendi dei militari? Perché gli Stati Maggiori e i rappresentanti COCER non hanno informato tutti i militari delle proposte in arrivo? Sorge il dubbio, davvero preoccupante, che l’approvazione delle proposte emendative degli Stati Maggiori, ora nel Disegno di Legge del Bilancio 2023, sia stata data dalla Rappresentanza militare in scadenza, per ottenere una proroga nonostante l’esistenza di decine di associazioni sindacali militari. Di rilievo, in questo senso, la previsione di un posto in consiglio di amministrazione della Cassa per ogni Forza Armata, in rappresentanza dei Graduati: sarebbe a questo punto quantomeno “sospetta” se la scelta ricadesse su

un esponente della Rappresentanza militare, ormai scaduta e che ha approvato placidamente le modifiche.

Guardando in particolare le misure introdotte, la più rilevante appare l’istituzione della Cassa dei Graduati, con un prelievo in busta paga pari al 2% calcolato sull’80% dello stipendio annuo lordo, comprensivo della tredicesima mensilità. Sorge subito una domanda: perché allargare ai Graduati delle Forze Armate il sistema delle Casse, che per definizione del Governo nella relazione illustrativa alla norma è definito abbisognevole di modifiche, per permettergli di “raggiungere nel medio-lungo periodo la solidità finanziaria tale per cui il sistema sarà in grado di auto-sostenersi”? Il dubbio, che finora nessun rappresentante degli Stati Maggiori e del COCER ha sciolto, è che si ricorra ora alla categoria di personale più numerosa per assicurare un consistente flusso di cassa a beneficio dell’intero sistema, in attesa che i primi Graduati vadano in quiescenza. Per questo, l’iscrizione al fondo è obbligatoria e a far data dal nuovo anno? Un argomento a favore utilizzato da chi ha voluto introdurre la Cassa Graduati è che questa permetterà l’erogazione di sussidi, nel caso di particolari necessità dell’iscritto, e di prestiti. Stante il blocco delle erogazioni dei prestiti (c.d. attività creditizia) a seguito di una disposizione del 28 febbraio 2011, va sottolineato che questa può avvenire, ex art. 1918 del Codice dell’Ordinamento militare, utilizzando i proventi che eccedono il pagamento dell’indennità supplementare e dell’assegno speciale: risulta quantomeno difficile che si verifichi questa possibilità, dato che per pagare alcune categorie con gli emolumenti previsti, come gli Ufficiali dell’Esercito e dei Carabinieri, la Cassa attende 24 mesi, a causa della gestione dei flussi di cassa. A questo proposito, altra modifica introdotta è quella dei tempi di liquidazione delle competenze all’atto del congedo: è previsto un teorico miglioramento, con il pagamento che “ordinariamente” avviene all’atto della cessazione dal servizio. Quindi gli Ufficiali non dovrebbero più attendere anni o i Sottufficiali pochi mesi, ma la parola “ordinariamente” è seguita da una ipotesi completamente negativa per il personale: in caso di indisponibilità finanziaria c’è una clausola di salvaguardia (per l’Amministrazione, non il personale!) che può ritardare l’erogazione fino a 24 mesi dal congedo. Si può facilmente immaginare, dato lo stato finanziario della Cassa, che oggi i Sottufficiali aspettano qualche mese… in futuro aspetteranno fino a due anni! Ma non ci sono solo lati negativi, ci sono infatti anche alcune misure migliorative, come la previsione della restituzione dei contributi a chi cessa dal servizio senza diritto a pensione (per transito in altra Amministrazione, per passaggio al ruolo civile, ecc.), per chi cambia ruolo di appartenenza, peccato che queste siano misure dovute, conseguenti ai molti contenziosi che hanno visto l’Amministrazione soccombente, dato che il prelievo di contributi non tributari in busta paga senza corresponsione del montante dovuto è stato giudicato illegittimo. Le altre modifiche devono essere ben spiegate al personale: sono previste modifiche alle aliquote di calcolo; è abrogato, nel silenzio dei rappresentanti di categoria, l’assegno speciale per gli Ufficiali, con un meccanismo compensativo che viene descritto più conveniente. Se come sostiene qualcuno, la convenienza per il personale è fuori discussione, perché quindi non dettagliare con tabelle al personale tali scelte, permettendone di verificare la reale convenienza economica per il personale che paga di tasca propria ogni mese i contributi alla Cassa di Previdenza?

Rimandando ad una successiva comunicazione le singole proposte di modifica al sistema della Cassa di Previdenza, poniamo una richiesta semplice al Governo e alle forze politiche in Parlamento: questo sistema è definito previdenziale in modo improprio, dato che non gode di deduzioni/detrazioni per i contributi versati; stralciate quindi l’art. 112 dal disegno di legge “Bilancio 2023” e rimandate ad un tavolo tecnico con le associazioni sindacali militari lo studio, complessivo, della riforma delle Casse e l’introduzione della previdenza complementare o dedicata, per il personale militare, non più rinviabile. Noi faremo la nostra parte dall’immediato, coinvolgendo tutto il personale militare sulle modifiche introdotte con la legge di bilancio, attraverso un sondaggio sul sito del S.I.A.M.O. Esercito, al link https://www.siamoesercito.org/2022/12/05/casse-di-previdenza-delle-forze...

 

DIRETTIVO NAZIONALE S.I.A.M.O. Esercito

Argomento: 
Attualità e Politica