Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

FONTE: FICIESSE.IT

 

IL MINISTERO DELLA DIFESA FRANCESE CONFERMA CHE PRESTO I MILITARI D’OLTRALPE POTRANNO LIBERAMENTE COSTITUIRSI IN ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI

 

Iniziano a intravvedersi le conseguenze delle sentenze della Corte di Strasburgo che hanno condannato la Francia per il divieto di costituire sindacati tra militari. Pubblichiamo un interessante documento proveniente dal Consiglio della Funzione Militare (una sorta di COCER francese), nel quale viene riassunta la posizione degli uffici del Ministero della Difesa in merito a tali sentenze.

 

L’amministrazione militare conferma che per effetto delle due pronunce, presto in Francia si dovrà porre mano alla legislazione nazionale in materia e che a tale scopo il Presidente Hollande disporrà uno apposito studio.

 

Quando le sentenze passeranno in giudicato, il 3 gennaio 2015, anche i giudici d’oltralpe potranno applicare i principi enunciati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

 

Di seguito l’eccezionale documento tradotto in italiano.

 

S.S.

 

Resoconto dell'intervento della Direttrice degli Affari Giuridici e del Direttore delle Risorse Umane del ministero della Difesa davanti al CFM riunito il 16 ottobre 2014

 

Intervento della DAJ (Direttrice Affari Giuridici)

 

La Francia fa parte dei 47 paesi della Convenzione dei diritti dell'Uomo e a questo titolo, l'ordinanza della CEDU le si applica.

 

L'articolo 11 della convenzione prevede il diritto di fondare e aderire a un “sindacato”, termine generico che corrisponde nei fatti a un'associazione professionale e non necessariamente a un sindacato secondo la concezione francese [dello stesso]. Questo stesso articolo prevede peraltro delle restrizioni legittime che possono essere apportate all'esercizio di tale diritto (es.: il diritto allo sciopero) ma che non possono incidere sull'essenza stessa di questo diritto (es.: la capacità dell'associazione ad agire in giudizio).

 

La Corte non dice nell'ordinanza i mezzi e le prerogative che dovrebbero essere riconosciuti a queste associazioni professionali (es.: diritto alla contrattazione collettiva).

 

La decisione della Corte, presa all'unanimità dei 7 giudici, non diventerà definitiva prima di tre mesi, periodo nel corso del quale le parti possono chiedere un rinvio alla grande camera (equivalente a un appello).

 

Passata tale vacanza, ossia al 3 gennaio 2015, i giudici nazionali possono trarre essi stessi le conseguenze di tale ordinanza, nelle liti che andranno a trattare.

 

Per quanto sopra, nel diritto interno, l'articolo L4121-4 del codice della Difesa (che vieta le associazioni militari professionali a carattere sindacale) resta in vigore fino alla sua modifica da parte del legislatore.

 

Intervento del DRH-MD (Direttore delle Risorse Umane)

 

Ciascun paese ha, nel suo campo, un sistema particolare che tiene conto della sua cultura giuridica. Uno studio generale sulle forze armate deve prendere in esame i modelli in vigore nel Regno Unito, nei Paesi Bassi, in Germania, oltre che in un 4° paese di cultura latina (Italia o Spagna). Ciò anche per quanto riguarda le differenze tra i diritti dei civili e quelli dei militari in materia di associazione professionale/sindacato.

 

Si deve ricordare che gli agenti civili della DGSE (servizi segreti ndr) non dispongono del diritto ad organizzarsi in sindacati.

 

Il modello di consultazione e di rappresentanza/partecipazione nelle forze armate non è messo in discussione in quanto tale dalla Corte.

 

Si dovrà tenere in conto 1 o 2 anni per fare evolvere le disposizioni francesi sul piano legislativo e regolamentare.

 

A questo fine, il Presidente della Repubblica, capo delle forze armate, affiderà prossimamente, ad una personalità eminente, uno studio; le conclusioni dovranno essere rese note per la fine del 2014, distinguendo tra quello che potrà essere autorizzato e quello che dovrà essere compresso in materia di associazione professionale.

 

Il diritto d'associazione che sarà riconosciuto ai militari dovrà conciliare taluni principi relativi allo statuto e alle finalità delle forze armate: particolarità dello status militare, coesione delle forze armate, dovere di neutralità e d'obbedienza, disponibilità.

 

Più questioni restano da analizzare:

 

Come rendere operativo questo diritto d'associazione?

Quali forme di rappresentatività accordare a queste associazioni e secondo quali criteri?

L'articolazione con la concertazione e la partecipazione esistente.

Intesa sulle loro aree di responsabilità: condizioni di lavoro (solo in patria o anche all'estero?), di vita, d'esecuzione del servizio, in campo sociale, cogestione[1] delle risorse umane basata su delle commissioni paritarie?

Queste associazioni devono includere anche i riservisti e i pensionati?

 

 

 

Colonnello AVISET Tenente Colonnello COUPERY

 

segretario generale CFMG membro CFMG

 

(Traduzione di Luca Bartaloni)

 

[1] Per “cogestione” i francesi intendono una gestione congiunta delle risorse umane tra l'imprenditore e i suoi impiegati (lett.: gestion assurée conjointement par un chef d’entreprise et ses employés).

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