Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Aggiornati dall'Inps i valori massimi di indennità economica e accredito figurativo per i periodi di congedo riconosciuti in favore dei familiari di disabili in situazione di gravita’ nel 2020.

Cresce leggermente la misura dell'indennità Inps cui ha diritto il lavoratore che resta a casa fino a due anni come massimo per assistere un familiare disabile. Il congedo, previsto dall'articolo 42, comma 5 del Dlgs 151/2001, come noto può essere preso in modo frazionato: una settimana, o un mese alla volta, o periodi ancora più lunghi, secondo la libera scelta dell'interessato e deve essere finalizzato alla cura di parente disabile. Il congedo può essere fruito sino ad un massimo di due anni da calcolarsi nell'arco dell'intera vita lavorativa del soggetto.

I lavoratori dipendenti (anche nel pubblico impiego) che hanno diritto a questo congedo sono, in stretto ordine i seguenti: 1) il lavoratore per il coniuge; 2) il lavoratore per i figli; 3) o, al contrario, figli per i genitori: in questo caso i figli devono essere conviventi con il genitore e non ci devono essere altre persone in grado di curare il disabile; 4) se i genitori mancano, o sono anch'essi inabili, il diritto alla fruizione del congedo passa a fratelli e sorelle. Si ricorda che per l'assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, i diritti sono riconosciuti da entrambi i genitori, anche attivi, che possono fruirne in modo alternativo.

 

 

La norma attribuisce al lavoratore due benefici: un'indennità di congedo, pari all'ultima retribuzione percepita (comprensiva dei ratei di tredicesima mensilità, altre mensilità aggiuntive, gratifiche, indennità, premi, ecc.), e la relativa copertura figurativa utile sia ai fini del diritto che della misura della pensione (determinata secondo le regole di cui all'articolo 8 della legge 155/1981).

Si tratta di uno strumento particolarmente utile in quanto le assenze dal lavoro non fanno perdere la retribuzione e non determinano un impoverimento della futura prestazione pensionistica. Perciò si può lasciare il lavoro sapendo che si ha diritto alla normale busta paga e ai contributi figurativi per la pensione. Per fare fronte a questi pagamenti la legge stanzia i soldi necessari entro un tetto che quest'anno è di 48.737,00 euro cifra che deve essere ripartita fra indennità economica e accredito figurativo. In sostanza il tetto massimo dell'assegno Inps è di 36.645 l'anno, pari a 100,12 euro al giorno. Ovviamente se il lavoratore ha una retribuzione lorda inferiore a 36.066 euro l'assegno Inps non può superare l'importo dello stipendio. La restante somma, cioè circa 12mila euro, è a disposizione dell'Inps per l'accredito dei contributi figurativi in modo da non determinare per il lavoratore un impoverimento della misura della pensione. L’importo della retribuzione figurativa da accreditare rapportato al periodo di congedo non può comunque eccedere l’importo massimo dell’indennità economica.

Il congedo va chiesto al proprio datore di lavoro presentandogli il foglio di autorizzazione chiesto preventivamente all'Inps. L'azienda non può far altro che riconoscere l'assenza. (Pensionioggi.it)

 

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