Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Due giorni di dibattito che ha visto coinvolti i vertici del SIAM e le Segreterie di Sezione provenienti da tutto il territorio nazionale, nel corso del quale si è avuto un confronto a 360 gradi sulle tematiche più rilevanti oggi all’attenzione del sodalizio.
A conclusione dei lavori i rappresentanti hanno voluto esprimere un forte messaggio alle forze politiche che sono impegnate nella discussione dei due disegni di legge che riguardano da vicino i diritti e le libertà civili del personale militare.


Il primo è il testo sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare che, se approvato nei termini attuali, rischia di far fare un passo indietro di oltre 40 anni ai diritti faticosamente acquisiti fino ad oggi. Infatti, non solo è peggiorativo dell'attuale situazione, priva di norme di riferimento specifiche, ma potrebbe far rimpiangere anche la vetusta ed inadeguata Rappresentanza Militare.


Il secondo provvedimento in discussione riguarda le modifiche al codice penale militare di pace, concernenti la definizione del reato militare nonché la disciplina e la procedibilità di alcune fattispecie di reato militare. Con questa iniziativa parlamentare si vuole modificare la nozione di reato militare prevista dall'articolo 37 del codice penale militare in tempo di pace, comprendendovi fattispecie allo stato attuale sanzionate dal diritto penale comune, nell'intento di ampliare la giurisdizione penale militare. Viene creato così un mostro giuridico che arriva a negare un caposaldo del quadro giuridico nazionale quale il Giudice Naturale.
Se con il primo provvedimento normativo, quindi, si vogliono negare i diritti dei lavoratori in divisa durante il servizio, con il secondo si vogliono negare i diritti di civili del personale militare anche fuori dal servizio. Una manovra “a tenaglia” che evidentemente mira a imbavagliare e legare mani e piedi quanti vestono le stellette, per renderli burattini docili e inermi nelle mani di chi li impiega.


È necessario, quindi , che le forze politiche, ad oggi sorde ad ogni appello da parte di tutti i sindacati militari ed evidentemente attente solo ai consigli dei vertici militari, procedano ad una drastica inversione di rotta e all’apertura di un reale tavolo di confronto con i sindacati militari, sempre più uniti nel contrastare queste misure liberticide. Qualora fossero approvate, il SIAM è già pronto a combatterle in tutte le sedi giudiziarie nazionali ed internazionali per affermarne l’illegittimità e l’incostituzionalità.


Non di meno, l’Assemblea ha voluto sottolineare la criticità della situazione anagrafica del personale. Se da un lato, infatti, la sostanziale assenza di un vero turn-over generazionale fa sì che l’età media del personale sia estremamente elevata, con tutte le difficoltà derivanti da un sistema che ha basato la sua forza lavoro sui cosiddetti "lavoratori precoci" che oggi hanno molti anni di servizio sulle spalle, d’altro lato appare evidente che si sta tentando di sostituire personale esperto ed estremamente qualificato professionalmente con altro più giovane, precario, con meno diritti, facilmente ricattabile e soprattutto con retribuzioni decisamente inferiori.
Se il precariato è un fenomeno poco edificante nel privato, lo è tanto più nel pubblico impiego e diventa inaccettabile in un settore come la Difesa, dove chi vi accede assume ulteriori e specifici obblighi derivanti da un giuramento che prevede finanche il sacrificio estremo.
Se potrebbe aver ragion d’essere un breve praticantato di uno o due anni, occorre che successivamente si proceda a stabilizzare chi si è impegnato senza demerito. Un Paese che basa la sua offerta di lavoro sulla disperazione di chi è disposto a subire prevaricazioni e vessazioni nel miraggio di una prospettiva di carriera, per altro modesta, è un Paese senza futuro, destinato a fallire, perché calpesta la dignità dei propri figli e la propria discendenza.


Su questi argomenti e su molti altri che sono stati oggetto di dibattito, come le questioni previdenziali e contrattuali, il SIAM è pronto ad accettare la sfida che il futuro pone. Pertanto, è intenzione imprimere un forte impulso all' organizzazione interna: rafforzando i servizi offerti ai propri iscritti e realizzandone di nuovi; incrementando la rete sul territorio nazionale e avviando la creazione di strutture regionali che possano meglio coordinare le azioni delle Sezioni. Si punterà, inoltre, ad incrementare la formazione dei propri rappresentanti sindacali.
Il tutto al solo scopo di meglio rispondere alle esigenze di tutela ed assistenza del personale rappresentato. Il cammino verso la pienezza dei diritti sindacali è appena iniziato ed il SIAM è fortemente determinato a percorrerlo fino in fondo.

Fonte SIAM

Argomento: 
Attualità e Politica