Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Il Tribunale di Taranto riconosce agli eredi di un sottufficiale, morto di mesotelioma a causa dell’esposizione all’amianto e per questo considerato Vittima del Dovere, l’adeguamento pensionistico previsto alle analoghe vittime del Terrorismo; pertanto l’assegno mensile dovrà essere incrementato di ulteriori 250 euro per una pensione complessiva di 1800 euro al mese. Il Giudice, con sentenza emessa nei giorni scorsi, ha affermato il diritto alla parificazione delle ‘Vittime del Dovere’ a quelle del ‘Terrorismo’, condannando il Ministero della Difesa ad applicare quanto dovuto e riconoscendo gli arretrati a far data dall’erogazione.
Nella causa giudiziaria, promossa dai famigliari assistiti dallo studio legale degli avv. Cataldo Fornari e Daniele Maranò, si afferma il diritto al giusto risarcimento per le vittime senza differenze, un diritto già affermato dalla Corte di Cassazione che aveva riconosciuto legittimo l’adeguamento richiesto. Quindi per tutte le ‘Vittime del Dovere’ e degli equiparati siano essi civili o militari e per gli eredi delle vittime si aprono le porte per richiedere adeguamento mensile ed arretrati.
Si  era ammalato a causa dell’amianto lavorando a bordo del naviglio militare: il verdetto non lasciava scampo mesotelioma pleurico il tumore di certezza legato all’asbesto e alle sue fibre cancerogene. Chiedeva aiuto e voleva giustizia per se e per la sua famiglia colpita da quella tragedia, una sofferenza non solo fisica ma anche morale. La morte lo portò via nel 2005 ma la battaglia di giustizia della moglie e dei figli con l’associazione Contramianto continua ancora oggi. Lui non potrà tornare in vita ma la sua memoria continua ad esistere e la sua tragedia è stata riconosciuta con lo ‘STATUS DI VITTIMA DEL DOVERE’, un risarcimento che prevede per la morte un indennizzo di 200.000 euro ed un vitalizio di 1550 euro al mese ora incrementato di altri 250 euro per la parificazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata”.
Contramianto e altri rischi onlus continua a chiedere Giustizia per tutte le vittime dell’amianto e del dovere una tragedia che in Marina Militare si è consumata a bordo di navi e sommergibili imbottite di amianto e nelle officine degli Arsenali dove le esposizioni all’amianto sono state dirette ed indirette con conseguenze anche mortali per l’insorgenza di patologie asbesto-correlate. Ad oggi in ‘Archivio Contramianto’ figurano 207 casi di malattie legate all’amianto, riferiti per la gran parte a militari della Marina e operai Arsenale MM di Taranto, suddivisi tra 62 mesotelioma, 47 tumori polmonari e altre sedi, cancro alla laringe e ai reni, 98 asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici. Ma i casi di Contramianto sono solo una parte delle malattie legate all’amianto in Marina Militare e potrebbero essere solo la punta di un iceberg stando ai dati riferiti in Commissione Parlamentare d’inchiesta della Camera dove i casi nazionali per il solo personale militare della Marina ammonterebbero a 946 patologie asbesto-correlate tra morti e ammalati.

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Attualità e Politica