Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

L'Aran, l'Agenzia che rappresenta il Governo ai tavoli con i sindacati per il pubblico impiego, ha pubblicato il consueto rapporto semestrale dell'Agenzia sulle retribuzioni degli statali.
Gli stipendi degli statali negli ultimi quattro anni sono rimasti fermi, il blocco della contrattazione ha addirittura portato a una riduzione della retribuzione di fatto pro capite, senza calcolare gli effetti dell'inflazione. Ma nel decennio che ha preceduto lo stop, in vigore dal 2010, si è registrata una crescita del 40%, che i sindacati contestano.

I primi anni del Duemila, secondo il rapporto, sarebbero stati caratterizzati da una valorizzazione della contrattazione di secondo livello, che ha portato ad un aumento annuo degli stipendi tra il 4 e il 5%.

Negli anni che sono seguiti al 2006, scrive l'ARAN nel rapporto, ci si è attenuti al contratto nazionale, cercando di non andare oltre la parte tabellare,ma non è servito a stare dentro i limiti della finanza pubblica e quindi è scattato il blocco:"E' stato necessario spegnere il sistema contrattuale", vista anche, sottolinea l'Agenzia, "la dinamica estremamente sostenuta registrata nel decennio precedente, per molti versi non correlata a visibili e percepibili aumenti della produttività e della qualità dei servizi pubblici". Ora, aggiunge, "gli effetti di queste politiche sono immediatamente visibili nell'assenza di crescita delle retribuzioni contrattuali" e "negli andamenti negativi delle retribuzioni di fatto" calate dell'1%.

SINDACATI – Diverse le stime della Uil, secondo la quale il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici, scattato nel 2010, ha fatto perdere agli “statali” quasi 3.000 lordi in rapporto all’inflazione programmata. Il segretario confederale del terzo sindacato italiano per iscritti Antonio Foccillo spiega che in 5 anni, da quando cioè non ci sono stati scatti degli stipendi, la perdita economica è stata di 560 euro ogni dodici mesi per essere esatti. Ma il sindacato contesta anche il dato della crescita del 40%. Il segretario generale della Cgil statali, Rossana Dettori, parla «dell’ennesima provocazione. Sono dati che contestiamo, senza alcun significato». mentre la segretaria generale della Cisl guarda avanti e annuncia: “Stiamo lavorando a un modello rinnovato dove la produttività è un elemento. Entro metà mese
offriremo una proposta a tutte le associazioni datoriali e, in quanto datore di lavoro, al governo. Immaginiamo un contratto nazionale che rimane e dà garanzia per tutti. E una contrattazione di secondo livello territoriale o aziendale, che si incentri sulla produttività con la partecipazione del lavoratore come in tanti altri paesi europei”.

STABILITÀ – La legge di Stabilità stanzia delle risorse ma si tratta di un budget ritenuto insufficiente dalle confederazioni che da tempo sono sul piede di guerra, tanto che la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, parla di proclamazione di uno sciopero se le richieste non verranno accolte. Senza contare che è sul tappeto anche la riforma  della pubblica amministrazione per la quale sono  in cantiere, per una prossima approvazione, i decreti attuativi (una ventina) .

Argomento: 
Attualità e Politica