Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Mentre il Governo Renzi cerca una soluzione per rimborsare (almeno in parte) i pensionati che hanno visto gli assegni colpiti dalla de-indicizzazione all'inflazione voluta dal Governo Monti, l'Inps, la grande fabbrica delle pensioni, si avvia a chiudere un altro anno, il quarto consecutivo, in perdita. Pochi giorni fa infatti il Civ (l'organo di vigilanza dell'istituto) ha approvato la prima nota di variazione al preventivo di quest'anno. Numeri in miglioramento, rispetto al preventivo originario, ma sempre con il segno davanti alle cifre.

Perdita di oltre 5 miliardi La gestione economica dovrebbe chiudere con una perdita di 5,65 miliardi (dai 6,8 miliardi stimati in passato) e la gestione finanziaria con un passivo di oltre 2 miliardi. Sarà il quarto anno di rosso per i conti dell'Inps che dal 2012, anno dell'incorporazione dell'Inpdap, ha cumulato passivi nell'ordine dei 30 miliardi. Buona parte delle perdite arrivano dalla disastrate gestione dei dipendenti pubblici (l'ex Inpdap) strutturalmente in deficit da anni. 

E anche per il 2015 la gestione dei dipendenti pubblici segnerà un disavanzo di quasi 5,5 miliardi. Ma mentre per i dipendenti dello Stato si è provveduto al ripiano dei disavanzi accumulati, la Cassa dei dipendenti degli enti locali, Cpdel, (Regioni, Province, Comuni) continua a rappresentare una zavorra per i conti. Il buco sarà di 6,8 miliardi con un patrimonio netto negativo che arriverà alla cifra record di 48 miliardi. Un bubbone creato, come scrive il Civ dell'Inps “dall'effetto congiunto del blocco del turn over e dalle pensioni di anzianità concesse in passato con requisiti molto bassi”. Il disavanzo strutturale della gestione dei dipendenti degli enti locali è messo in luce anche dalla Ragioneria generale dello Stato che evidenzia come nel 2013 a fronte di quasi 20 miliardi di spesa pensionistica, i contributi e i trasferimenti si siano fermati a poco più di 13 miliardi. Lo squilibrio si è andata via via aggravando ma viene la lontano, e data da almeno un decennio. 

Le pensioni publiche costano 65 miliardi E il peso relativo di tutte le pensioni degli ex dipendenti pubblici è rilevante. Costano 65 miliardi l'anno, circa un quarto dell'intera spesa previdenziale italiana, ma i pensionati sono solo 2,8 milioni sui 20 milioni di prestazioni erogate. Del resto pesa il fatto che il valore medio degli assegni sia assai più elevato (ben oltre il 50%) del corrispettivo erogato ai dipendenti del settore privato. Pensioni più generose e spesso di anzianità quindi con contribuzioni più basse.

Fonte:  Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/ocRYAl

Argomento: 
Attualità e Politica