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Roma – Questa mattina, inatteso fuori-programma durante la cerimonia tenuta in Campidoglio, nella “Giornata in ricordo dei caduti nelle missioni di pace“, alla presenza del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Alcuni parenti di militari caduti durante le PO (Peacekeeping Operations) hanno inscenato una contestazione spontanea per denunciare la mancata equiparazione delle vittime cadute a seguito di azioni terroristiche - come a Nassiriya – a quelle decedute durante altre operazioni come in Afghanistan o altrove.
Durante il discorso del vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, che stava annunciando l’intitolazione di una piazza alle vittime della strage di Nassiriya, una donna ha urlato “voi ricordate solo Nassiriya“, mentre un’altra tra i singhiozzi ha aggiunto un eloquente “mi avete rovinato un figlio“.
Pur dicendosi pronto “a riceverli subito“, il vicesindaco Nieri ha dovuto interrompere il discorso e ha ceduto il podio al ministro Pinotti, che ha tentato di riportare la calma. “Credo che il silenzio in questo momento,sia il modo migliore per ricordare i vostri figli e i nostri caduti in tutte le missioni internazionali di pace“. Pinotti poi ha letto il proprio discorso.
“Noi rappresentiamo 54 famiglie di caduti in Afghanistan – ha spiegato Vincenzo Frasca, che in una delle missioni ha perso il fratello Mario – alcuni dei quali hanno ricevuto un riconoscimento diverso, in quanto vittime non del terrorismo ma in adempimento del loro dovere. Chiediamo invece che ci sia un riconoscimento unico per tutti i militari morti nelle missioni“.
Frasca, affiancato dalla madre Angela e da altri familiari, ha spiegato che la rabbia di oggi si è scatenata “quando il vice sindaco Nieri ha parlato di intitolare una piazza ai soli caduti di Nassiriya, mentre noi riteniamo che i nostri militari scomparsi devono essere ricordati tutti allo stesso modo“.
Il video della protesta (dal “Il Corriere della Sera”)
Anche in questa occasioni le persone che ricoprono funzioni istituzionali mostrano una superficialità intollerabile, come intollerabile è considerare i caduti italiani in modo diverso, se hanno versato il proprio sangue nell’adempimento che la Patria aveva loro richiesto.
In mattinata, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva inviato al ministro della Difesa un messaggio di ricordo di tutti i caduti nelle missioni di pace. “In occasione della ‘Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace’ e dell’11° anniversario della strage di Nassiriya, rivolgo un deferente pensiero a tutti coloro che, al servizio dell’Italia e della comunità internazionale, hanno perso la vita operando con onore per il contrasto del terrorismo e la stabilizzazione delle aree di crisi“, ha scritto il capo dello Stato, che poi ha anche voluto riflettere sul difficile presente della vita internazionale.
“L’allarmante acuirsi di conflitti e tensioni a ridosso dei nostri confini e nel Mediterraneo rende oggi necessario, ancor più che nel passato, procedere a razionalizzazioni e ammodernamenti al fine di disporre di Forze Armate pronte ed efficienti, in grado di garantire, con l’Unione Europea e le organizzazioni internazionali, la sicurezza del paese di fronte alle gravi minacce emergenti“, ha ricordato Napolitano, secondo il quale è “un impegno fondamentale cui dobbiamo far fronte con priorità, anche per dare pieno significato e continuità allo straordinario contributo alla pace e alla giustizia fornito dagli uomini e dalle donne di cui in questa giornata celebriamo la memoria“.
“Ai familiari dei caduti“, per la ricorrenza, il capo dello Stato ha espresso “la riconoscenza del paese e i sentimenti della mia affettuosa vicinanza“.