Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Le richieste di certificazione delle spese sostenute per il servizio di mensa scolastica, detraibili ai fini Irpef a partire dal 2015, stanno creando non pochi problemi ai Comuni che devono attestarle.
A partire dal 2015, in base alla nuova lettera e-bis) dell'articolo 15 del Tuir (introdotta dall'articolo 1, comma 151, lettera b) della legge 107/2015), sono detraibili «le spese per la frequenza di scuole dell'infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado (…), per un importo annuo non superiore a 400 euro per alunno o studente. Per le erogazioni liberali alle istituzioni scolastiche per l'ampliamento dell'offerta formativa rimane fermo il beneficio di cui alla lettera i-octies), che non è cumulabile con quello di cui alla presente lettera».

Le indicazioni delle Entrate 
Per chiarire il contenuto delle spese per la frequenza scolastica, la circolare Entrate 3/216 indica come detraibili le tasse di iscrizione e frequenza e le spese per la mensa scolastica, senza fornire indicazioni sulle modalità per certificarle.
A questo proposito, e con riferimento all'analoga detrazione delle spese per la frequenza di asili nido, la circolare Entrate n. 6/2006 aveva consentito l'utilizzo di fatture, bollettini bancari, bollettini postali, ricevute o quietanze di pagamento. Qualora, dunque, i genitori non avessero conservato le ricevute dei pagamenti, il Comune poteva emettere una quietanza per rendicontare i proventi introitati nell'anno solare relativi al singolo bambino.
Il fatto è che gli introiti del servizio di mensa scolastica vengono generalmente annotati – da parte dell'ente gestore del servizio – nel registro dei corrispettivi. Ciò posto, non ci sono difficoltà nel caso di pagamenti periodici a mezzo banca/posta: in tal caso fa fede la ricevuta rilasciata dalla propria banca o quella del bollettino postale.
Difficoltà, invece, possono sorgere nel caso di pagamenti a mezzo pos, che rilascia ricevute generiche senza evidenza della causale del versamento; in questo caso è necessario rivolgersi al comune per una rendicontazione di quanto versato.

Buoni pasto e social card 
Problemi maggiori (e non facilmente risolvibili) derivano dall'utilizzo di buoni pasto: in questo casa sarà ben difficile per il gestore rendicontare i versamenti effettuati dalle singole famiglie. Senza contare che nulla vieta a un genitore di cedere parte dei propri buoni ad altri o di acquistare blocchetti per conto di altri soggetti.
Altri problemi sorgono se il Comune ha adottato un sistema di card utilizzabili per più servizi e non solo per la mensa: a fronte della ricarica, probabilmente non sarà possibile determinare quanta parte del costo sostenuto dalla famiglia debba essere attribuito alla mensa e quanta ad altri servizi; in alcuni casi sarà forse possibile suddividere gli importi in base alle «strisciate» della card.
Va segnalato che in base agli articoli 6 Tabella e 13 Tariffa Dpr 642/1972, le certificazioni relative alla mensa scolastica rimangono escluse da bollo, in quanto riferite al pagamento di operazioni assoggettate a Iva. Tale esclusione non vale per le certificazioni relative alle spese per asilo nido, in quanto esenti da Iva.
Quanto, infine, al beneficio previsto dalla lettera i-octies dell'articolo 15, è una diversa detrazione collegata alle erogazioni liberali alle scuole per finalità legate all'innovazione tecnologica (per esempio acquisto di cartucce stampanti), all'edilizia scolastica (per esempio pagamento di piccoli e urgenti lavori di manutenzione o di riparazione) e all'ampliamento dell'offerta formativa (per esempio acquisto di fotocopie per verifiche e approfondimenti).
Ancora una volta, non sarà sicuramente facile dimostrare di aver sostenuto queste spese se il singolo istituto scolastico non ha rilasciato specifiche ricevute con il dettaglio della spesa o non è in grado di rendicontarle, studente per studente.
La circolare , infine, precisa che in ogni caso non sono detraibili le spese legate all'acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici per la scuola secondaria di primo e secondo grado.

Fonte Il Sole 24 Ore

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