Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

E’ stato  pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 giugno 2020 il decreto che disciplina l’erogazione anticipata del trattamento di fine servizio dei lavoratori pubblici.

Grazie al DPCM numero 51 del 21 aprile 2020, il tanto atteso anticipo del TFS fino a 45 mila euro è oggi possibile presso le banche convenzionate che hanno sottoscritto l’accordo con la Pubblica Amministrazione. In pratica, dopo oltre un anno di attesa, oggi i dipendenti pubblici potranno ottenere un anticipo del TFS al pensionamento senza attendere mesi e anni per la liquidazione.

L’erogazione della buonuscita per i dipendenti pubblici

Come noto, la riforma Fornero del 2012 aveva allungato i tempi di liquidazione del TFS per i dipendenti pubblici di 12 mesi (24 in caso di dimissioni e tempi più lunghi se si esce con quota 100 o altre forme di pensionamento anticipato). Tradotto, un pensionato pubblico, a differenza che nel settore privato, deve aspettare anche più di un anno per vedersi riconoscere la liquidazione spettante da parte dell’amministrazione competente. Così, per ovviare al problema, lo Stato ha messo in piedi una convenzione con le banche per fare in modo che il lavoratore possa ricevere, come di diritto, la buonuscita al termine dell’attività lavorativa senza aspettare i tempi tecnici della burocrazia. Ma come funziona l’anticipo del TFS per i pensionati statali? In pratica, in base al DL numero 4 del 2019, la banca convenzionata con l’Inps – stando agli accordi stipulati con l’Abi – potrà concedere fino a un massimo di 45 mila euro di anticipo sul TFS maturato spettante al lavoratore al momento del pensionamento.

Come richiedere l’anticipo del TFS

L’anticipo del TFS potrà essere ottenuto su richiesta dell’interessato che dovrà presentare domanda all’Inps o all’ente previdenziale di appartenenza.

Entro 90 giorni l’Inps rilascerà, in presenza dei requisiti richiesti, la certificazione con l’indicazione dell’ammontare complessivo del TFS spettante. Ottenuta la certificazione, il richiedente potrà rivolgersi a uno degli istituti di credito aderenti all’accordo quadro sottoscritto tra Abi, governo e pubblica amministrazione. Una volta concluso il contratto con la banca e ricevuto esito positivo, il pensionato riceverà l’anticipo fino a 45 mila euro direttamente sul conto corrente entro un mese. All’atto pratico, si tratta di un vero e proprio finanziamento oneroso a tasso d’interesse calmierato con cui la banca anticipa il TFS dietro il rilascio di specifiche garanzie rinvenenti dal certificato rilasciato dall’Inps. Sarà quindi sottoscritto un contratto mediante il quale la banca diventerà titolare del credito TFS. L’Inps verrà informato della stipula del contratto e sarà tenuto a corrispondere il TFS, in tutto o in parte secondo quanto stabilito fra le parti, alla banca che ha prestato i soldi al pensionato.

Casi di esclusione

Vi sono però dei casi di esclusione del finanziamento. La banca non potrà accettare le richiesta di anticipo ove: a) l’importo chiesto sia superiore alla cifra spettante sulla base delle informazioni comunicate dall’ente previdenziale; b) il richiedente sia registrato in relazione a debiti scaduti o sconfinanti negli archivi Crif della Banca d’Italia o in altri sistemi di informazione creditizia privati abitualmente utilizzati dalla stessa banca per analoghe tipologie di finanziamento; c); il TFS offerto in garanzia, o parte di esso, risulti del coniuge separato o divorziato; d) risulti l’impossibilità per la banca di perfezionare l’operazione creditizia in favore del richiedente secondo la normativa vigente.

Investire oggi

 

 

>> IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO