Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego


Come è noto tra le norme del Milleproroghe che il Parlamento si accinge a votare, ce ne è una che impedirà  ai cittadini militari di poter esercitare un loro sacrosanto diritto: quello di scegliersi i loro delegati in seno ai Consigli di rappresentanza.
Eppure, la norma con la quale si intende prorogare il mandato dei delegati in carica, (per la terza volta), con la motivazione (sempre la stessa), ,  di portare a termine le riformeva ad incidere in un sistema elettivo in cui, gli unici protagonisti dovrebbero essere proprio gli elettori militari.
Probabilmente, da parte di una classe politica entrata in Parlamento per decisione delle segreterie di partito, l’argomento può apparire del tutto insignificante.
Eppure, i principi democratici a cui ispirarsi non mancano. 
In conformità  a questi principi , il cittadino ha dei precisi e non eludibili doveri, non certamente minori di quelli dei suoi rappresentanti. Gli eletti, cioè, hanno il dovere di rispettare il mandato elettivo, ovvero la fiducia degli elettori, mentre questi ultimi, a loro volta, hanno il diritto - dovere, mediante il controllo diretto, di farlo rispettare.
Il rapporto cittadino-elettore e cittadino-eletto è un rapporto di reciproca fiducia, una relazione, vale a dire, morale fra persone che responsabilizza entrambi i contraenti. 
Il cittadino-elettore quando verifica che il cittadino-eletto ha tradito la sua fiducia, ha il diritto- dovere di togliergliela al momento del voto.

Possono valere questi principi anche per la rappresentanza militare? 
Possono e debbono valere.
La questione della nuova proroga infatti, acquista nello scenario attuale una sua particolare “criticìtà ”, perchè appare come una forzatura incomprensibile davanti alla manifesta debolezza della stessa rappresentanza militare.

 

Anzichè  raccogliere il malessere che sale sempre più forte dalla base del personale, non disgiunto da quello di un Paese in cui il rapporto tra cittadini e Istituzioni è visibilmente molto allentato, cosa si fa?
Si concede una proroga e non si consente ai cittadini militari di mobilitare una propria presenza partecipativa ed elettiva, in un momento così delicato in cui vi sarebbe necessità  di far sentire FORTE la propria voce.



Un sussulto di dignita’

Antonella Manotti
 

 

P.S. Questa riflessione è stata stralciata da una nota  scritta  nel febbraio 2011, in occasione della seconda proroga concessa. E' cambiato qualcosa?winkwink

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