Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

 ETÀ anagrafica per la pensione di vecchiaia e anni di contribuzione per quella anticipata saranno aumentati di quattro mesi dal primo gennaio 2016. È questo l’effetto del collegamento, previsto dalla riforma, tra incremento dell’aspettativa di vita, come calcolata dall’Istat, e requisiti pensionistici. A certificarlo è un decreto Economia-Lavoro, firmato il 16 dicembre ma ancora tenuto riservato, in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ancora una volta, dunque, vale la regola «anno che viene, pensione che trovi». E allora, in vista del 2015 e del 2016, vale la pena fare un po’ di chiarezza sulle condizioni stabilite per i due anni a venire per i diversi tipi di pensionamento. L’anno che sta per cominciare vede, di fatto, una conferma dei requisiti già validi. Proprio sulla scorta del riassetto del 2011, l’età pensionabile delle donne lavoratrici private e di quelle autonome (commercianti, artigiane, coltivatrici dirette) rimane fissata rispettivamente a 63 anni e 9 mesi e a 64 anni e 9 mesi. L’età delle dipendenti pubbliche e quella degli uomini dei diversi settori rimarranno, come nel 2013 e nel 2014, entrambe ancorate a 66 anni e tre mesi. Ugualmente bloccati i requisiti della cosiddetta pensione anticipata che, introdotta dal riordino del governo Monti, ha sostituito la vecchia pensione di anzianità: 42 anni e sei mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne.

TEMPO DODICI MESI, però, e se non ci saranno alleggerimenti, il 2016 diventerà un altro anno di stretta previdenziale drastica e immediata. E questo soprattutto per le donne. Vediamo perché. L’obiettivo della riforma Fornero è di fissare una soglia di età uguale per tutti, ma a questo traguardo arriveremo nel 2018, quando la soglia minima uniforme sarà di almeno 66 anni. Oggi lo è per gli uomini e per le dipendenti pubbliche. Dal momento che sono «indietro», l’età crescerà ancora per le donne dipendenti del settore privato e per le lavoratrici autonome: e proprio nel 2016 è fissato uno scalino rilevante. Ma l’età salirà anche perché dal 2009-2010 è stato introdotto un meccanismo automatico che lega l’età pensionabile all’aspettativa o speranza di vita. Il principio è semplice: a mano a mano che si vivrà più a lungo si dovrà lavorare di più e l’asticella del pensionamento si allontanerà. Il primo adeguamento è scattato dal 1° gennaio 2013 ed è stato di 3 mesi. Il secondo partirà dal 2016, ma la sua entità – 4 mesi – è stata certificata in questi giorni dal decreto che attende la pubblicazione. Da questo doppio meccanismo deriva il quadro delle età per il 2016: il passaggio dell’età minima da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici private, con un balzo di quasi due anni in avanti, e da 64 anni e 9 mesi a 66 anni e 1 mese per quelle autonome (con quasi un anno e mezzo in più), mentre le soglie passeranno a 66 anni e 7 mesi per tutti gli altri (uomini e lavoratrici pubbliche): e qui l’aumento è pari ai 4 mesi della speranza di vita. E di 4 mesi in più cresceranno i requisiti contributivi per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
FONTE: QUOTIDIANO.NET

Argomento: 
Attualità e Politica