Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

L'11 febbraio 2016 è iniziato avanti il Tribunale di Padova, Dott.ssa B. Bergamasco, il processo penale contro i vertici dell’Aeronautica militare (Direttore Generale della Sanità Militare, Capi di Stato Maggiore, responsabili del Servizio del Demanio), accusati  di omicidio colposo pluriaggravato e lesioni gravissime in riferimento al PERSONALE MILITARE DELL’AERONAUTICA che prestava servizio presso il I ROC Monte Venda e, in particolare, all’interno della “Galleria” (realizzata per motivi di sicurezza nazionale all’interno del Monte Venda, collegata con l’esterno da tre tunnel). 
Gli imputati sono accusati, tra l’altro, di non aver esercitato, per negligenza, imprudenza, imperizia, i poteri di istruttoria, di studio, investigativi e decisionali relativi in materia di radon, con ciò ciascuno omettendo di individuare, approfondire, decidere doverose misure di prevenzione per il personale militare predetto. 
L’interesse principale di tale processo, credo unico in Italia, è costituito dal fatto che i decessi e le lesioni siano stati cagionati dall’esposizione dei militari, senza alcuna misure di prevenzione e protezione, al gas RADON, presente in livelli elevatissimi, dell’ordine di migliaia o delle decine di migliaia di Bq/m3. Il Radon (Rn) deriva dal decadimento del Radio (Ra) che, a sua volta, deriva dal decadimento dell’Uranio(U), presente nel sottosuolo e nel sistema roccioso, soprattutto vulcanico. Lo I.A.R.C. (Agenzia O.M.S.) ha inserito, nel 1988, il radon nell’elenco delle 75 sostanze cancerogene e, più precisamente, nel gruppo 1(certamente cancerogeno), collocandolo al secondo posto, dopo il fumo di tabacco, quale causa di tumori polmonari. Trattavasi di una base aerea costruita a 80 metri di profonditàsituata in una zona vulcanica ove, già secoli prima, gli studi geologici e morfologici avevano dimostrato la presenza di elevate quantità di gas radioattivi!!! 
Nella metà degli anni Ottanta, il governo USA ordinò addirittura il ritiro di diversi contingenti dall’Italia (soprattutto dalle basi del Centro-Sud) proprio per il pericolo radon. E nel 1988 sono stati avviati lavori di protezione alla base Usaf di Aviano per ridurre la concentrazione del gas presente al pianterreno di diversi fabbricati. E’ evidente che sorge spontaneo chiedersi il perché, sulla base 1.Roc del Monte Venda, nessun accertamento sia stato fatto onde verificare la presenza o meno del gas tossico in oggetto!!! Ma se il suddetto ordine di ritiro dei contingenti americani venne disposto nella metà degli anni Ottanta e se i lavori di bonifica nella base di Aviano iniziarono nel 1988, quanti anni, o meglio quanti decenni prima, si era maturata la consapevolezza del rischio che il radon cagiona alla salute umana?     Ancora, nel marzo 1989, venne effettuata in Italia un’Indagine nazionale sull’esposizione della popolazione alla radioattività naturale nelle abitazioni, promossa congiuntamente da ISS ed ENEA/DISP. E, allora, se nel 1989 si inizia un’indagine per verificare le concentrazioni di radon in un campione di abitazioni degli italiani, com’è possibile che non siano mai state effettuate misurazioni in un bunker, situato in un sistema di gallerie scavate, all’inizio degli anni cinquanta, nel ventre di un monte, compreso in una nota zona vulcanica, a ottanta metri sotto terra, nel bel mezzo di rocce con atomi di uranio che, decadendo, generano gas ionizzante radioattivo; bunker  privo di finestre, con l’aria che arrivava dalla superficie attraverso un sistema di condotte realizzate in cemento amianto?All’epoca dei fatti, si sapeva: 
  • che esisteva un gas radioattivo denominato RADON (e ciò dal 1908);
  • che tale gas proveniva dalla crosta terrestre e si sviluppava a seguito della decomposizione del Radio che, a sua volta, derivava dalla decomposizione dell’Uranio;
  • che i Colli Euganei erano situati in una zona vulcanica ad alte concentrazioni di radioattività naturale;
  • che, quindi, tutte le caratteristiche geologiche e morfologiche del sito, ove si decise di costruire la base militare 1.Roc di controllo aereo, preludevano la presenza di alte concentrazioni di RADON in ambienti chiusi;
  • che esisteva una normativa volte a tutelare i lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti;
  • che gli americani, nel 1988, avevano proceduto al ritiro delle loro truppe dalle basi italiane e alla bonifica della base di Aviano per il pericolo RADON;
  • che, nel medesimo anno, venne effettuata un’indagine per misurare la quantità di radon presente in un campione di abitazioni italiane;
  • che il RADON è un gas nocivo alla salute dell’uomo, soprattutto – lo si ribadisce  - in ambienti chiusi;
  • che, altresì, il RADON è cancerogeno per la salute dell’uomo, come dimostravano gli sudi epidemiologici sulle coorti di lavoratori delle miniere.
E non si dimentichi che, nel caso di specie, il “datore di lavoro” era, ed è, certamente qualificato per essere a conoscenza quantomeno degli elementi testè indicati. Ma, nonostante tutto ciò, nulla è stato fatto per accertare se i lavoratori, che prestavano la propria attività lavorativa presso la base 1.Roc Monte Venda, si trovassero in una situazione di pericolo per la propria salute!!! E non sarebbe così assurdo ipotizzare che i medesimi soggetti fossero a conoscenza della predetta situazione di pericolo e ne abbiano accettato il rischio: in tal caso, è evidente che si configurerebbe il più grave delitto di STRAGE. E ancora, fino al 23 giugno 2008, la situazione è rimasta la stessa posto che  personale militare ha continuato, con la noncuranza del “Datore di lavoro”, ad essere esposto al gas radon, oltre che alle onde elettromagnetiche, nell’ambito del sedime del Teleposto di Monte Venda.        
Invero, i risultati delle misurazioni del gas medesimo, effettuate prima dall’ARPAV Padova (12.3.2007) e, poi, dal CISAM (Centro Interforze Studi Applicazioni Militari) di Pisa (aprile 2008)  evidenziarono allarmanti  superamenti, nei locali ove lavorano i militari, dei limiti di legge, fino a giungere addirittura ad un superamento di 24 volte il limite predetto (12.000 bq/m3 sala apparati TBT). 
Di talchè, la scrivente chiedeva, attraverso una formale diffida  inviata alle più alte Autorità (MINISTRO DELLA DIFESA, STATO MAGGIORE AERONAUTICA, CAPO DEL CORPO SANITARIO DIFESA, COMANDO LOGISTICO, COMANDO 1^ REGIONE AEREA, COMANDO LOGIC.I.S.A.M, COMANDO 1^ BRIGATA AEREA, U.L.S.S. 16, ARPAV, PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE MILITARE DI PADOVA, PROCURA DELLA REPUBBLICA, PRESSO IL TRIBUNALE DI PADOVA, SINDACO DEL COMUNE DI TEOLO) un immediato trasferimento - inevitabile in considerazione dell’assoluta inidoneità delle infrastrutture a tutelare la salute dei lavoratori - del personale del Teleposto dalla base sita nel Monte Venda e, quindi, un immediato interruzione dall’esposizione al gas radon e alle onde elettromagnetiche, e l’attuazione di un’adeguata e mirata sorveglianza sanitaria, anche e soprattutto futura, nei loro confronti, con la predisposizione, appunto, di protocolli sanitari volti a prevenire la predetta insorgenza di patologie scientificamente causate dalle esposizioni succitate !!!  
Alla luce di tutto quanto sopra e di numerosissimi elementi di prova raccolti in anni e anni di indagini, è stato disposto il rinvio a giudizio dei soggetti suindicati accusati di essere responsabili dei decessi di lavoratori deceduti a causa di patologie tumorali cagionate dal RADONpersone tutte che, per molti anni della loro vita, hanno lavorato a servizio dello Stato Italiano. Il processo entrerà “nel vivo “all’udienza del 27 ottobre 2016 quando verrà interrogato l’Isp. Omero Negrisolo sulla complessa indagine svolta. Sarà certamente di interesse nazionale la problematica connessa al RADON, ancora poco conosciuta nel Nostro Paese, ma di fondamentale importanza per la potenziale esposizione di ciascun cittadino italiano Invero, un rapporto del Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti della Radiazione Atomica (UNSCEAR) ha classificato, nel 1977, il radon come principale sorgente naturale di radiazioni ionizzanti a cui la popolazione mondiale è esposta
                                                                                                                                            Avv. Patrizia Sadocco  Collaboratrice ASSODIPRO Padova
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Difesa