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Il TAR dell'Abruzzo solleva la questione di legittimità costituzionale circa lo scioglimento e la militarizzazione del personale del Corpo Forestale dello Stato.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'Abruzzo sezione staccata di Pescara (Sezione Prima), ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata e che le norme introdotte appaiono violare gli articoli della Costituzione.

Era stato annunciato da più parti. Ma ora quello che appariva più che un proclama da parte dei dettratori di una riforma fatta in nome del risparmio e della razionalizzazione delle risorse dello Stato, sembra trovare fondamento. Il Tar dell'Abruzzo ha infatti sollevato l'eccezione di incostituzionalità della riforma Madia nella parte in cui sopprime il Corpo forestale, accorpandolo all'Arma dei Carabinieri, per una serie di motivi. In sostanza, secondo i giudici amministrativi, la militarizzazione degli agenti forestali con il loro assorbimento nei carabinieri o in altre forze militari è incostituzionale.  

A dirlo davanti alla Consulta è la sezione di Pescara del Tar che, con una ordinanza del 9 giugno pubblicata ieri, ha risposto al ricorso del vice sovrintendente Vincenzo Cesetti - uno dei 3 mila ricorrenti su 8 mila ex Forestali -, trasferito all’Arma dei Carabinieri, chiedeva di "continuare a operare all’interno del disciolto Corpo forestale, e in subordine di non confluire nell’Arma o comunque in altra Forza di Polizia ad ordinamento militare, ma solo nella Polizia di Stato", come riportato dal Fatto quotidiano. 

Gli articoli della Costituzione "violati" dalla legge Madia

Il giudice amministrativo ha rilevato insomma la "violazione degli articoli 2 e 4 della Costituzione, e in particolare dell’articolo 2, laddove non è stato rispettato il principio di autodeterminazione del personale del Corpo Forestale nel consentire le limitazioni, all’esercizio di alcuni diritti costituzionali, derivanti dall’assunzione non pienamente volontaria dello status di militare; e dell’articolo 4, laddove il rapporto di impiego e di servizio appare radicalmente mutato con l’assunzione dello status di militare, pur in mancanza di una scelta pienamente libera e volontaria da parte del medesimo personale del Corpo Forestale".

Inoltre: "violazione degli articoli 76 e 77 comma 1 della Costituzione, laddove, in contrasto con la precedente tradizione normativa e quindi con i principi e criteri direttivi di delegazione, non è stato consentito al personale del disciolto Corpo Forestale di scegliere di transitare in altra Forza di Polizia ad ordinamento civile". 

Le falle della riforma Madia

La legge delega, secondo i giudici, ha travalicato i confini indicati dal Parlamento che pur ha usato termini molto "generici". Il che ha fatto sì, per esempio, che nonostante la legge delega parlasse di "riforma" il governo ha proceduto con la soppressione. Ma c'è anche il principio della tutela dell'Ambiente, costituzionalmente garantito, che potrebbe essere violato e l'esigenza di "efficentamento e razionalizzazione" di per sé non giustifica un simile provvediemnto. 

Tanto più, si legge, che "la 'militarizzazione' di un corpo di polizia (o l’assorbimento del personale di un corpo di polizia civile in uno militare che è cosa analoga) si pone inoltre in netta controtendenza rispetto ai principi generali del nostro ordinamento e alle linee evolutive di questo nel tempo". Questa volta la tegola caduta sulla riforma Madia potrebbe fare molto ma

Fonte tiscali.it

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