Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Sembra davvero scomparso dai radar il Disegno di Legge (DDL) di attuazione del “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa”, che reca la “Riorganizzazione dei vertici del Ministro difesa e delle relative strutture”  e conferisce inoltre deleghe al Governo in materie diverse.

Come si ricorderà, il DDL era stato adottato dal Consiglio dei Ministri in data 10 febbraio u.s. e, dopo lunghissima gestazione negli Uffici di Palazzo Chigi, era finalmente approdato al Senato e assegnato alla IV Commissione (DDL n. 2728.

 

C’è dunque qualcosa che non sta andando nel verso sperato, in primis dalla Ministra Pinotti,  dal Capo di SMD gen. Graziano che ne diventerà il primo beneficiario, e anche dal gen. Mosca Moschini, in pensione dal 2006 dopo essere stato Capo di SMD dal 2001 al 2004 ma tuttora in auge come Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, che né è stato l’ispiratore e ne è tuttora di fatto il nume tutelare.

Quello che pare stia creando qualche problema  è la crescente percezione, che ci risulta alquanto condivisa e trasversalmente bipartisan  all’interno dei gruppi parlamentari, di ciò che sta effettivamente dietro all’operazione Libro Bianco. Sono in molti infatti a pensare che, dietro al paravento delle supposte esigenze operative interne ed internazionali legate alla sicurezza e alla difesa del Paese, ci sia al fondo il tentativo di creare l’uomo forte della Difesa, che rappresenterebbe un fatto del tutto nuovo che confliggerebbe apertamente con la nostra storia e stravolgerebbe gli equilibri fissati dalla L. 25/1997.

Ricordiamo le principali scelte del Libro Bianco: il ruolo preponderante e assoluto del Capo di SMD, il nuovo vero “padrone” della Difesa, in possesso di tutte le vecchie leve, ma anche di nuove e robuste (il costituendo Comando Logistico Difesa, per es.), che fissano competenze di fatto più efficaci rispetto a quelle dello stesso Ministro e che ridurranno fortemente le competenze attuali e l’autonomia delle FF.AA.,  in primo luogo in  materia di carriere della dirigenza militare e di formazione,  e che produrranno “quell’uomo forte solo al comando”  che non può non preoccupare chi crede fortemente nell’equilibrio dei poteri come del vero sale della democrazia; inoltre, il forte depotenziamento di SEGREDIFESA, che perderà la funzione più importante, la Direzione Nazionale degli Armamenti, che transiterà a SMD, con tutti gli interessi, legati all’industria privata della Difesa, che si trascinerà dietro.

Immaginiamo per un momento il futuro Capo di Stato Maggiore Difesa disegnato dal DDL 2728: Comandante in capo delle Forze Armate Italiane, e dunque di tutta l’area operativa che rappresenta oggi l’87% della Difesa, ma con aggiunti poteri enormi e di fatto esclusivi in materia di armamenti, di logistica, di selezione della classe dirigente militare e di formazione della stessa. Qualcuna ha parlato di ritorno ai tempi di Badoglio, che certo appare una immagine forzata, ma ha comunque il pregio di dare il senso dei rischi sottesi all’operazione. E, di questi rischi, pare proprio che se ne siano accorti in molti in Parlamento, e anche per questo il percorso non risulta facile allo stato.

Anche i tempi non giocano a favore dell’operazione Libro Bianco:  Si aggiunga che le elezioni politiche anticipate, si dice a settembre in contemporanea a quelle tedesche, appare oggi una eventualità che non si può escludere, e con l’interruzione della legislatura il DDL verrebbe cestinato. Ma anche nel caso di voto alla scadenza naturale (febbraio 2018), i tempi a disposizione non sono poi così rassicuranti.

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Fonte: FLP Difesa

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