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Polizia Penitenziaria
La nuova legge sul processo penale rende necessaria una riforma delle competenze della Polizia Penitenziaria.
Dopo l’assorbimento del Corpo Forestale nell'Arma dei carabinieri, si profila una riforma anche per la polizia penitenziaria. Nel testo elaborato dalla Commissione Gratteri nell’ambito dell’istituzione del Corpo di Giustizia dello Stato, si affferma che :"La questione penitenziaria, prepotentemente venuta all’attenzione a causa del problema del sovraffollamento delle carceri, ha trovato in questi anni risposte frammentarie, parziali e insufficienti, espressione della incapacità di affrontare il problema nel quadro unitario delle scelte statali di prevenzione e di repressione affidate al sistema penale.....Il dato di partenza di un’analisi sull’attuale assetto dell’amministrazione penitenziaria è quello di una enorme struttura che conta oltre a molti dirigenti generali, un corpo di polizia, un corpo di direttori, un corpo di appartenenti al servizio sociale, un corpo di educatori, e varie altre professionalità. Una struttura pletorica che comporta altissimi costi per lo Stato e restituisce una azione inefficiente, perché paralizzata, in sede centrale, dall’eccesso di autonomia riconosciuta ai singoli settori, spesso in contrasto tra loro, e, in periferia, dai conflitti interni tra le diverse categorie....".
l ministero della giustizia detta le regole sull’uso dei social network al personale dell’amministrazione penitenziaria. Con una circolare del 20 febbraio scorso, via Arenula ha infatti fornito «precisazioni sull’uso dei social network da parte del personale dell’amministrazione penitenziaria», per evitare il rischio di rivelare informazioni sensibili che possono mettere a repentaglio la sicurezza della stessa.
Sulla vicenda degli insulti via Facebook a un detenuto suicida da parte di agenti della Polizia Penitenziaria "ho firmato 16 provvedimenti cautelari di sospensione e ho concordato con il direttore del personale l'avvio del procedimento disciplinare". Così il capo del Dap Santi Consolo, dopo l'incontro avuto con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Confermata dunque la linea del massimo rigore e delle immediate contromisure, annunciata da Consolo, appena diffusa la notizia dei commenti ingiuriosi sui social per la morte del detenuto.
Ricordando che si è trattato di "comportamenti isolati", Consolo ha anche spiegato di aver "trasmesso un corposo rapporto all'autorità giudiziaria, alla quale sono riservate le valutazioni: se si dovessero rilevare reati - ha sottolineato il capo del Dap - questa amministrazione si costituirà parte civile per danno all'immagine". E ha aggiunto: "Ci sono dei limiti nel manifestare il proprio pensiero che discendono dal ruolo e dalle funzioni del Corpo: la Polizia Penitenziaria deve svolgere i suoi compiti affinché il suo esempio eserciti un'influenza positiva su chi è chiamato a vigilare".