Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Il collettivo LulzSec Italia ha annunciato di aver trafugato e messo online decine e decine di indirizzi email di militari, probabilmente frutto di un attacco al sito dell'Unione nazionale degli ufficiali in congedo.

 

PRIMA il mondo dell’istruzione, poi quello sindacale e adesso quello militare: gli Anonymoustornano a colpire  nel nostro Paese. Il collettivo LulzSec Italiaha annunciato di aver trafugato e messo online decine e decine di indirizzi email di militari, probabilmente frutto di un attacco al sito dell’Unuci, l’Unione nazionale degli ufficiali in congedo. Insieme agli indirizzi email di tenenti, colonnelli e generali l’area goliardica di Anonymous (Lulz sta per “divertimento”, Sec per “Security”) ha divulgato anche gli indirizzi delle singole abitazioni e il numero di tessera dei soci Unuci.
 
La diffusione della notizia è stata affidata a un tweet con uno slogan a effetto: "Non sono i popoli a dover aver paura dei propri governi, ma i governi che devono aver paura dei propri popoli. #Anonymous e #LulzSecITA sono qui per Voi". 
Nel comunicato di rivendicazione gli Anonymous lamentano la presunta militarizzazione del Paese e l’aumento del budget per la Difesa a fronte delle difficoltà del "popolo" e poi si scagliano contro i responsabili di tutto questo: "Corrotti, avidi e approfittatori che mangiano alle nostre spalle e che gestiscono un  sistema corrotto.”

L’avvenimento segue a breve distanza la divulgazione, avvenuta mercoledì sera, dei dati personali dei sindacalisti dell’Unione Sindacale di Base (Usb) e di quelli della Cisl attivi nei ministeri della Giustizia e dell’Interno. Nel caso dei lavoratori dell'Usb sono state divulgate anche le loro transazioni finanziare, in particolare gli importi delle donazioni monetarie ai cassintegrati Ilva e alla cassa di solidarietà per alcuni sindacalisti minacciati di licenziamento. In quest’ultimo caso pare che sia stato infiltrato il sito web dello stesso sindacato di base.
 Nel caso della Cisl a essere "bucato" era stato il sito del patronato Inas cui era seguita la messa in rete di circa 40mila profili di lavoratori, impiegati e funzionari anche delle forze di polizia iscritti al sindacato. In entrambe i casi Anonymous ha voluto criticare la funzione dei sindacati e la loro scarsa efficacia nel difendere i lavoratori mentre i sindacalisti venivano bollati come "Incompetenti senza ideali".
 
Non è la prima volta che gli Anonymous si scagliano contro il sindacato. In agosto avevano cambiato i connotati al sito della Uilm, quello dei metalmeccanici della Uil, per protestare contro l’attuale precarizzazione del lavoro contestando Jobs Act, voucher e sharing economy.
 
A Marzo LulzSec Italia aveva messo in rete 26 mila indirizzi e password di studenti, professori e funzionari del Miur provenienti dalle incursioni nei database degli uffici scolastici regionali per protestare contro il progetto di alternanza scuola lavoro, considerata dagli hacker l’ennesima occasione di sfruttamento di forza lavoro a costo zero per le imprese.

Nonostante la forte critica politica al mondo del lavoro, il segno comune di tutte le incursioni è la denuncia della gestione allegra dei dati personali di lavoratori, iscritti e associati e la scarsa competenza dei gestori dei loro siti web. Per questo l’ennesima incursione rivendicata oggi ai danni degli ufficiali in congedo dovrebbe far riflettere sull’importanza di ripensare la gestione dei dati personali anche alla luce del GDPR, la legge che regolamenta la tutela dei dati personali e che ha introdotto obblighi e sanzioni per chi non protegge adeguatamente la privacy dei propri dipendenti e associati. Anonymous ha anche avvisato di tenersi pronti a nuove rivelazioni per il prossimo 5 novembre, data in cui si celebra la Congiura delle Polveri ordita da Guy Fawkes, il rivoluzionario inglese che ha prestato il volto alla maschera di Anonymous diventata famosa con il film "V per Vendetta".

Fonte: repubblica.it

Argomento: 
Attualità e Politica