Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Addio ai decreti legge con cui ogni sei mesi il Parlamento deve autorizzare la prosecuzione delle missioni militari all' estero. La legge quadro approvata dall' Aula della Camera e che ora passa al Senato consentira' di votare missione per missione una volta all' anno in Parlamento gli impegni militari all' estero, archiviando cosi' la "pratica" dei decreti attuata dai tempi di ' Antica Babilonia' in Iraq e che ha determinato non poche spaccature e tensioni tra le forze politiche. Una "riforma che ci toglie dalla precarieta' giuridica", sottolinea Gian Piero Scanu del Pd. 
In base alla legge quadro basteranno atti di indirizzo, e non esclusivamente leggi, per varare missioni militari. La procedura prevede infatti che la partecipazione dell' Italia alle missioni internazionali sia deliberata dal Consiglio dei ministri previa comunicazione al presidente della Repubblica, e posta all' attenzione delle Camere che tempestivamente la discutono e, 
con appositi atti di indirizzo, la autorizza o la boccia. La nuova disciplina si applichera' al di fuori del caso della dichiarazione dello stato di guerra deliberato dalle Camere. Si riferisce alla partecipazione delle Forze armate, delle Forze di Polizia ad ordinamento militare o civile e dei corpi civili di pace a missioni internazionali istituite nell' ambito dell' Organizzazione delle Nazioni Unite o di altre organizzazioni internazionali cui l' Italia appartiene, o comunque istituite in conformita' al diritto internazionale, comprese le operazioni militari e le missioni civili di polizia e per lo stato di diritto dell' Unione europea. Essa consentira' l'invio di personale e di assetti, civili e militari, fuori del territorio nazionale anche per missioni "finalizzate ad eccezionali interventi umanitari". 
La missione sara' deliberata dal Consiglio dei ministri previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa. La delibera andra' trasmessa alle Camere che, dopo averla discussa, concederanno o negheranno l' autorizzazione con atti di indirizzo, eventualmente definendo impegni per il Governo.

In base ad un emendamento della Lega, il governo potra' decidere di applicare per determinate missioni il codice penale militare di guerra invece che quello di pace. Sull' andamento delle missioni militari all'estero si svolgera' una apposita sessione parlamentare entro il 31 marzo di ciascun anno. Le missioni verranno finanziate con un apposito Fondo la cui dotazione e' stabilita annualmente dalla legge di stabilita'. Il personale impegnato, percepira' l' indennita' di missione, che sara' riconosciuta anche ai militari in stato di prigionia. Viene poi prevista l' estensione dei benefici in favore delle vittime del terrorismo anche ai militari che, nel corso del servizio prestato presso contingenti impiegati in missioni internazionali, siano morti o rimasti invalidi in modo permanente. I benefici vengono riconosciuti in via retroattiva dal 1961. 
Varie le disposizioni per il "benessere" dei militari in missione: si va dalla autorizzazione all' utilizzo gratuito delle utenze telefoniche di servizio qualora non risultino disponibili sul posto adeguate utenze telefoniche per uso privato, a degli speciali riposi. I comandanti dei contingenti militari, che potranno avere un consigliere diplomatico, potranno disporre interventi, acquisti o lavori da eseguire in economia in caso di necessita', anche in deroga alle disposizioni di contabilita' generale dello Stato. Sara' inoltre possibile cedere a titolo gratuito i mezzi ed i materiali, tranne gli armamenti, alle forze armate e di polizia del Paese dove si tiene la missione purche' siano stati considerati dismessi o il loro rimpatrio costi troppo.

Argomento: 
Attualità e Politica